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Mario Draghi, lo scoop di Luigi Bisignani: "Nel mirino dei giudici, quel fascicolo che pende sulla sua testa"

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Non è la prima volta e non sarà neppure l'ultima: Luigi Bisignani mette ancora nel mirino il premier, Mario Draghi. Lo fa nel suo intervento domenicale su Il Tempo, dove si spende in una lunga digressione, in cui parte interrogandosi sulla figura del presidente del Consiglio: chi è davvero? "L’uomo del Britannia e delle privatizzazioni mal riuscite o un tecnico al servizio dello Stato? Il salvatore dell’Europa o l’uomo amato da Goldman Sachs ? Un capo di governo che finge di amare la collegialità o, più che un drago, un lupo solitario che si fida di un bocconiano come Francesco Giavazzi, al quale ha affidato i dossier più delicati e che sta facendo fuori, uno ad uno, tutti quei manager che, pur ottenendo risultati, non sono yes-man?", si chiede Bisignani.

 

 

E dopo queste domande, ecco che l'uomo che sussurra ai potenti sgancia la sua personalissima e potentissima bomba: "E come si comporterà ora che la Procura Generale della Corte dei Conti ha aperto un fascicolo sull’approvazione postuma da parte del CIPE, sulla proposta Giovannini, Franco e Draghi, del piano su Autostrade nonostante il parere contrario della stessa Corte e dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti?". Bum: Draghi è nel mirino della Corte dei Conti. Insieme a lui due magistrati contabili, il tutto per il via libera del Cipe al contestato piano Autostrade. Una grossa grana per il premier, un fascicolo che pende sulla sua testa, aggiunge il quotidiano, "nonostante il parere contrario degli stessi magistrati".

Quindi, nel suo articolo, Bisignani riprende nell'analisi del personaggio: "Ma Draghi presidente del Consiglio è diverso dal banchiere? Il suo ‘altrovismo’ si è manifestato a fine anno quando, se i giornalisti non fossero stati disturbati dai loro stessi applausi, avrebbero ascoltato Super Mario che sulla crisi energetica si limitava a stendere un pannicello caldo e sul Covid rassicurava tutti, salvo cambiare ogni 48 ore le regole, dicendo che il suo compito poteva considerarsi finito. Per non parlare, da ultimo, del Draghi che varando il 5 gennaio l’obbligo vaccinale per gli over 50 senza neanche metterci la faccia in conferenza stampa".

 

Infine, la chosa: "Difficile giudicare un presidente del Consiglio che arriva in piena pandemia, ma sicuramente di lui abbiamo capito che non vuole intralci dal Parlamento, dopo una legge finanziaria che presidenti della Camera con più autorevolezza avrebbero rispedito a Palazzo Chigi. A lui nessuno imputa neanche la lenta ma inarrestabile risalita dello spread, i centinaia di decreti attuativi e il record sulle questioni di fiducia, pur con una maggioranza parlamentare larghissima", conclude Luigi Bisignani.

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