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Giustizia, Marta Cartabia nel mirino: prima l'incontro con Draghi, poi le parole di Mattarella. Riforma, il tempo stringe

 Marta Cartabia

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Non è un caso se ieri mattina, prima del giuramento del riconfermato presidente della Repubblica, il premier Mario Draghi e la Guardasigilli, Marta Cartabia, si sono incontrati. Al centro del colloquio, la riforma del Csm che dovrebbe arrivare in aula a marzo, e che, guarda caso, è stata anche al centro del discorso del presidente in un passaggio inequivocabile. «È indispensabile chele riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria». 

 

Il problema è che l'iter in Parlamento è fermo in attesa delle decisioni del governo. La ministra Cartabia deve infatti rendere i pareri sui circa 400 emendamenti presentati e ieri l'ufficio di presidenza della commissione Giustizia della Camera ha stabilito il calendario dei lavori: si riprende mercoledì con l'ergastolo ostativo e la settimana successiva con la riforma del Csm, che dovrebbe andare in Aula a marzo, ma sarà la Conferenza dei capigruppo a fissare la data precisa. Non è tuttavia ancora chiaro, viene spiegato da fonti di maggioranza, se il governo presenterà suoi emendamenti (come avvenuto ad esempio sulla riforma del processo penale e su quella del processo civile) o se preferirà intervenire attraverso la modifica di emendamenti già depositati. 

 

Ma un punto è fermo: una volta siglata l'intesa sulle modifiche, il testo sarà "blindato" e dovrà essere esaminato dai due rami del Parlamento in tempi rapidi, con il via libera entro la primavera. Intanto, dopo le parole del capo dello Stato, sono arrivate le reazioni dei magistrati. L'Anm si dice «pronta per le riforme». David Ermini, vicepresidente del Csm: «Da Mattarella arriva una spinta fortissima affinché il Parlamento approvi velocemente la riforma del Consiglio superiore». «Non possiamo non riconoscerci nelle affermazioni di Mattarella sul necessario processo di riforma riguardante l'ordinamento giudiziario», dichiarano, infine, i componenti di Articolo 101 al Comitato direttivo centrale dell'Anm.

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