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Droga dello stupro, "a casa del senatore...": i risvolti-choc del caso che ha travolto la sorella di Ornella Muti

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Chi è il politico interessato alla droga dello stupro e invischiato nell'inchiesta che ha portato a processo anche Claudia Rivelli, ex attrice e soprattutto sorella di Ornella Muti? Lo scorso ottobre, ricorda il Messaggero, erano finite in arresto 39 persone, di cui ora 32 sono finite alla sbarra. Il caso aveva scoperchiato una rete di "insospettabili" clienti. Il Gip aveva definito gli indagati "una famiglia romana", esperta nello spaccio delle sostanze stupefacenti. La loro fetta di mercato riguardava anche dei clienti abbienti. "La voce era arrivata all'assistente del politico, e quando gli serviva la merce chi chiamava? Chiamava me", raccontava una delle imputate nelle intercettazioni.

 

 

 

 

Anche la sorella di Ornella Muti è risultata cliente: si sarebbe fatta spedire la droga dall'Olanda ogni tre mesi: "Importava vari flaconi di Gbl - spiega il quotidiano romano - e una parte l'avrebbe spedita al figlio, residente a Londra, sostituendo però a confezione e l'etichetta". A incastrarla proprio le chat con il figlio: "Pacco arrivato e nascosto", "Fammi sapere notizie mano a mano, se no mi agito troppo fino a giovedì". E il fatto che la Rivelli "cammuffasse" i pacchi secondo gli inquirenti rappresenta un elemento "oggettivamente indicativo della piena consapevolezza e della volontà di realizzare condotte penalmente rilevanti".

 

 

 

 

Quando gli agenti della Polaria le avevano perquisito casa alla Camilluccia, a Roma, la donna si era difesa sostenendo che i flaconi con la Ghb (volgarmente detta anche droga dello stupro) le servissero per far splendere l'argenteria, mentre il figlio la utilizzava per ripulire l'auto. Tra i responsabili della organizzazione di spaccio, secondo i pm, c'erano un giardinieri, un funzionario Ater, un medico odontoiatra. Tra i loro clienti, anche un politico di primo piano. Un senatore non identificato.  "Io amore sto andando dal politico quello lì che abita davanti alla Corte di Cassazione mi è uscita sta cosa qui al volo", ara la frase inequivocabile di uno degli insospettabili spacciatori.

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