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Delmastro, timori a Palazzo Chigi: "Quell'avviso di garanzia nel 1994..."

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Andrea Delmastro non si dimetterà. E neppure Giorgia Meloni chiederà al sottosegretario alla Giustizia le sue dimissioni. D'altronde il rinvio a giudizio con l'accusa di rivelazione del segreto d'ufficio per il caso Cospito non arriva a sorpresa. "Comunque vada mercoledì, non mi dimetterò", andava già dicendo lunedì scorso il diretto interessato ai colleghi in Transatlantico. Altrettanto scontata la scelta del premier di fare quadrato intorno a Delmastro. "Se conosco Giorgia, l’ipotesi che si dimetta non esiste", spiega un big di Fdi al Giornale.

E anche se il rinvio a giudizio arriva dopo la denuncia di Guido Crosetto, ai piani alti c'è chi scommette che il ministro della Difesa non si riferisse al collega. Lasciando intendere che ci siano inchieste in arrivo perché l'unica "opposizione al governo è quella della magistratura", Crosetto non si sarebbe riferito a Delmastro. Insomma, il timore è che ci si trovi di fronte a una nuova stagione di conflitto tra politica e toghe.

 

 

Lo crede Adolfo Urso. Mentre lascia Montecitorio, il ministro per le Imprese e il Made in Italy ricorda "la fine del primo governo di centrodestra nel 1994", epilogo che "fu deciso da un avviso di garanzia al presidente del Consiglio di allora", Silvio Berlusconi, che "sappiamo come è andato a finire". In ogni caso, aggiunge, questo governo "durerà", perché "quel che conta è il suffragio universale", cioè "il voto dei cittadini". Sulla stessa linea un altro ministro di Fdi, Nello Musumeci. "Che all’interno della magistratura ci sia qualcuno che pensa di fare politica mi sembra fin troppo chiaro e- dice il titolare della Protezione civile - a neutralizzarlo dovrà pensarci la stessa magistratura".

 

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