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Dossieraggio, la Lega accusa: "Carte sui finanziamenti mai trasmesse, attacco alla democrazia"

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Un "attacco alla democrazia". Così la Lega definisce quanto sta emergendo dall'inchiesta di Perugia sul dossieraggio, puntando il dito contro un "dettaglio" inquietante emerso in queste ore dalle carte e che riguarda proprio il partito di Matteo Salvini.

"Un dossier sui finanziamenti della Lega finito nei cassetti della Dna - che pure non aveva competenza - e non è stato trasmesso ad alcuna procura distrettuale - sottolinea il Carroccio in una nota -. Perché erano state raccolte e custodite quelle informazioni?". "Nel bel mezzo dello scandalo spioni, il giallo di questo dossier - si aggiunge - è l'ennesima notizia inquietante, su cui il parlamentare Gianluca Cantalamessa ha chiesto spiegazioni in Commissione Antimafia a Giovanni Melillo (ieri) e a Raffaele Cantone (oggi). Da anni la Lega subisce una campagna diffamatoria che poi viene smontata in tribunale dopo anni di fango e di vite rovinate: lo scandalo spioni conferma che si tratta di un vero e proprio attacco alla democrazia. Faremo di tutto per andare fino in fondo".

 

 

 

A proposito dell'inchiesta, il procuratore nazionale Antimafia Melillo ha parlato di "sistema" e di "mercato di informazioni riservate", mentre il procuratore capo di Perugia Cantone ha definito il fenomeno "un verminaio", parlando di "numeri mostruosi e inquietanti". Lo stesso Cantone, a proposito della denuncia della Lega, dopo essere intervenuto al Copasir ha commentato: "Striano ha presentato, quando è andato via, una sorta di diario di tutte le pratiche che aveva fatto. Abbiamo poi successivamente acquisito altre pratiche, tra cui quella sui fondi della Lega. L'attività che abbiamo acquisito è uno degli oggetti di futuro approfondimento". 

 

 

 

Davanti ai microfoni di L'aria che tira su La7, Salvini ha picchiato duro: "Se quello che dice il Procuratore (Cantone, ndr) è vero vogliamo sapere però chi erano i mandanti, chi pagava, chi incassava, su indicazione di chi perché sta emergendo qualcosa di sconcertante che non ha precedenti", parlando di "giudici infedeli e giornalisti di sinistra che spiavano e sput***no italiani".

Anche Fratelli d'Italia esprime viva preoccupazione per quanto sta emergendo oggi: "Dopo le audizioni dei procuratori Melillo e Cantone non possiamo che dirci molto preoccupati per il verminaio emerso. Il caso 'dossieraggio' che ha avuto come protagonista un ufficiale della Guardia di Finanza che operava presso la Direzione Nazionale Antimafia ci mette davanti a uno scenario orwelliano inaccettabile in una democrazia occidentale", ha dichiarato il senatore meloniano Sandro Sisler, membro della Commissione parlamentare Antimafia, al termine dell'audizione del procuratore Cantone.

 

 

 

"Come confermato dal dottor Melillo nell'audizione in Commissione Antimafia, la questione è di una gravità estrema ed è poco credibile che le condotte illecite, come evidenziato dal dottor Cantone, ben più numerose di quelle oggi note, siano frutto di una iniziativa individuale. Prendiamo atto delle rassicurazioni fornite dal procuratore che la disastrosa situazione trovata - così come da lui definita - quando è arrivato alla Dna, è stata prontamente corretta, fermo restando le responsabilità di chi lo ha preceduto e di chi ha posto in essere tali condotte che verranno valutate nelle sedi opportune. La Dna, testamento di Giovanni Falcone, è stata e rimane un presidio di importanza primaria nella lotta alla criminalità organizzata. Non ci fermeremo fino a quando non avremo scoperto i mandanti e i loro obiettivi".

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