Povero Parodi, presidente dell’associazione magistrati, costretto ogni giorno ad una giravolta per le dichiarazioni delle 24 ore precedenti. L’ossessione antiberlusconiana procede anche dopo la morte e c’è una specie di obbligo al linciaggio del colpevole che non lo era. Ma sono fatti così. Il giorno prima, per difendersi dalle critiche- più che fondate- di Marina Berlusconi, ammette la persecuzione, che però nega il giorno successivo. Asilo Mariuccia.
E quindi scopriamo che tutto si lega al referendum sulla giustizia, come se i trent’anni di inchieste e processi non ci fossero mai stati. Per Cesare Parodi si può tranquillamente scivolare tra le parole, in una specie di impunità verbale che giustifica qualunque stramberia venga in mente ad una toga. Che è chiamata per mestiere a giudicare sulla libertà altrui, non proprio una cosa da niente. E ieri mattina Parodi ha deciso di cambiare declinazione del verbo. E ha scritto in una nota il suo nuovo pensiero. «Non molto tempo fa parlando con alcuni colleghi avevo previsto, non era difficile, che con l’avvicinarsi dell’appuntamento referendario le accuse nei confronti della magistratura si sarebbero inasprite. Puntualmente ciò si è verificato. Si torna a parlare di persecuzioni giudiziarie e complotti nei confronti di uomini politici che hanno ricoperto incarichi apicali nel paese, per avvalorare agli occhi dei cittadini l’immagine di una magistratura politicizzata e inaffidabile che come tale deve essere riformata. È bene dire che non vi è alcuna prova che ciò sia avvenuto». Lo ha messo nero su bianco proprio il presidente dell’Anm. Figurarsi.
Maurizio Gasparri a Parodi: "Sono pronto a sfidare il presidente Anm"
«Lancio un appello, attraverso Libero: sfido Cesare Parodi a un dibattito pubblico con questo titolo: “La ca...Poi arriva la castroneria di giornata. Tutto ciò accade - “spiega” - «traendo spunto da un provvedimento che non riguarda in alcun modo il presidente Berlusconi, ma un suo diretto collaboratore comunque condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa - reato per altro mai contestato al presidente». Ma si possono sparare panzane così grosse? Qualcuno spieghi al presidente dei magistrati che le indagini per mafia contro Berlusconi ci sono state eccome. Basterebbe una capatina presso le procure di Firenze, Palermo, Caltanissetta. Ci hanno provato eccome ad appioppare al leader azzurro accuse orribili proprio per mafia, addirittura di complicità nelle stragi dei primi anni novanta. Ma non ce l’hanno mai fatta a tradurle in processi o peggio ancora condanne.
Gaia Tortora risponde a Parodi e Anm: "Errori e lungaggini"
Silvio Berlusconi non ha mai pagato la mafia. Ora la conferma arriva anche dalla Cassazione, la cui sentenza non poteva ...Semplicemente perché Silvio Berlusconi non era mafioso, ma un leader politico amato dagli italiani che lo votavano e odiato dai suoi avversari, anche in toga. Altro che referendum, caro Parodi, è la politicizzazione della magistratura il vero problema su cui non volete ragionare. La riforma della giustizia vuole porre fine alla lottizzazione degli incarichi tra le correnti e questo acuisce la posizione dell’Anm, che non tollera di perdere privilegi di casta. Di qui la lotta, trentennale, alla politica che reclama giustizia per tutti e non di parte. Ma Parodi e i suoi seguaci fingono di non capirlo e ignorano la gravità del tempo che passa tra un’accusa e l’altra per le vittime di un sistema giudiziario che non va. Del resto, non una parola su mille innocenti l’anno sbattuti in cella.
Trentamila arrestati in 30 anni senza mai un giudizio di colpevolezza, nemmeno a posteriori. E ovviamente non un solo magistrato chiamato a pagare. Di fronte a tutto questo, mai un mea culpa da parte dell’Anm, ma sempre e solo un’autodifesa senza alcun senso logico e voglie di rivincita contro quei pochi politici coraggiosi, indifferenti rispetto al pericolo di incappare nelle grinfie togate. Tutto questo non può più essere tollerato dai cittadini. E per questo quei magistrati temono il referendum popolare.




