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Quel pensiero "sinistro" che distorce la realtà dei fatti

Libertà di parola e libera manifestazione del pensiero non sono la stessa cosa. Eppure non poche esternazioni travisino la libertà in esame, escludendo che l’interlocutore lo possa distorcere
di Bruno Ferraromercoledì 5 novembre 2025
Quel pensiero "sinistro" che distorce la realtà dei fatti

2' di lettura

Libertà di parola e libera manifestazione del pensiero non sono la stessa cosa. La parola di per sé è neutra (esempio bello e brutto) anche quando etimologicamente ha una sua valenza. Il pensiero è invece cosa diversa perché è dato dal concatenarsi di un insieme di parole che vengono adoperate per esprimere un concetto, prospettare una proposta, esternare una critica, proporre uno spunto di riflessione, provocare un dialogo od un dibattito, alimentare un confronto. La Costituzione con l’art. 21 parla di libera manifestazione del pensiero affermando ed incoraggiando la libertà di «manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione».

Ciò premesso mi sembra che non poche esternazioni travisino la libertà in esame, alterando il fatto che nella sua oggettività dovrebbe essere eguale a se stesso ed esclude che l’interlocutore lo possa distorcere, considerando non la realtà dei fatti nella loro oggettività ma la realtà, del tutto soggettiva, da egli rappresentata. Qualche esempio. Scalmanati di sinistra impediscono all’on. le Fiano di parlare all’Università di Venezia dell’antisemitismo ed una certa stampa progressista (?) parla di fascismo e di squadrismo stravolgendo completamente la realtà delle cose. Si parla della guerra in Ucraina e dei tentativi del presidente Usa Donald Trump di promuovere un cessate il fuoco tra Mosca e Kiev e certi interlocutori spostano il discorso dall’Ucraina alla Palestina, sostenendo con palese violazione di elementari nozioni di giustizia internazionale la tesi della Meloni “complice del genocidio”.

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Si dà il caso poi che la parte politica che oggi parla di libertà di stampa messa a rischio dal Governo di centrodestra è la stessa che la fa da padrone nei giornali e nei canali della informazione pubblica e persino privata; mettendo alla berlina gli opinionisti non allineati; ricorrendo ad insulti nei confronti di chi la pensa diversamente; recitando il ruolo di vittime; lamentando opera di delegittimazione da parte di chi la pensa diversamente. Guarda caso si tratta della stessa parte politica che qualche anno addietro si rese promotrice del tentativo (proposta di legge Zan per fortuna abortita) di imporre un pensiero unico omologando l’opinione pubblica naturalmente a sinistra e persino cambiando il linguaggio (esempio no alla distinzione tra uomo e donna!).

Invito tutti a rileggersi l’art. 21 nell’interpretazione che ne ha dato negli ultimi decenni la Corte Costituzionale: verità della notizia, interesse pubblico, correttezza delle modalità di esternazione (cosiddetta continenza), utilità sociale dell’informazione, legittimità dei toni aspri e della disapprovazione purché non trasmodino in attacchi personali alla sfera privata dell’avversario, ed altro ancora.

*Presidente Aggiunto Onorario Corte di Cassazione