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L’Anm ora difende anche le fake di Gratteri

di Tommaso Montesanomercoledì 19 novembre 2025
L’Anm ora difende anche le fake di Gratteri

3' di lettura

Ci mancava solo l’account X dell’Anm smentito da Grok, l’assistente basato sull’intelligenza artificiale. All’alba della campagna elettorale per il referendum sulla riforma della giustizia, ieri è accaduto anche questo. Colpa, si fa per dire, del procuratore di Napoli Nicola Gratteri. La storia è nota: la scorsa settimana il magistrato è stato al centro di polemiche per la citazione di una vecchia intervista di Giovanni Falcone a Repubblica. Nella quale, a suo dire, il giudice ucciso dalla mafia a Capaci avrebbe preso posizione contro la separazione delle carriere. Riassunto della puntata precedente: il quotidiano giuridico on line Il Dubbio ha dimostrato l’inesistenza di quell’intervista.

L’ANTEFATTO
Il capo della procura di Napoli, ospite di Marco Damilano a Il cavallo e la torre, su RaiTre, il 13 novembre scorso, dopo aver chiesto scusa per l’errore ha comunque ripetuto quali fossero le posizioni di Falcone. Ovvero la contrarietà alla separazione delle carriere. Posizione ribadita in una conversazione con l’agenzia Ansa, nella quale ha aggiunto un particolare in più: il riferimento a quanto affermato dal magistrato palermitano «l’8 maggio del ’92 all’istituto Gonzaga dei Gesuiti di Palermo». Anche in questo caso, tuttavia, Il Dubbio ha smentito il procuratore, pubblicando il link nel quale ascoltare l’intervento integrale di Falcone per giungere a questa conclusione: «Gratteri ci ricasca e travisa Falcone». In sintesi: secondo il quotidiano del Consiglio Nazionale Forense, il capo dei pm napoletani avrebbe preso un «frammento decontestualizzato ad arte per dimostrare l’indimostrabile, ovvero che Falcone era contrario alla separazione tra giudice e pm».

Questa lunga premessa è necessaria per arrivare al punto che riguarda l’Associazione nazionale magistrati. Posto che Gratteri, legittimamente, ha preso pubblicamente posizione per il No alla riforma, e che da questo sia derivata una - anche questa legittima - polemica politica dopo il caso della falsa intervista, il “sindacato” delle toghe ha ritenuto di scendere in campo per difendere il collega, diventato uno dei testimonial del No. E qui si arriva al tweet di ieri, nel quale l’Anm rilancia la nota con la quale «esprime piena solidarietà al procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, raggiunto da pesanti critiche e attacchi personali in questi giorni, legati al suo impegno per il No al referendum sulla riforma Nordio. Il suo contributo tecnico, come quello dell’intera categoria dei magistrati, merita rispetto perché ha come unico scopo quello di arricchire il dibattito sulla riforma e dare ai cittadini maggiori elementi di riflessione in vista del voto referendario». L’Anm, però, non ha fatto i conti con Grok, che sotto il post, grazie alle segnalazioni degli utenti, ha spiegato: «Le pesanti critiche a Gratteri non riguardano il suo impegno per votare “No” al referendum. Viene invece criticato per aver diffuso false affermazioni attribuite a due eroici magistrati uccisi dalla mafia a fini di propaganda per il “No” al referedum».

IL PARADOSSO DEL MINISTRO
Sarà per questi errori di comunicazione, o per le goffe modalità con le quali l’Anm ha deciso di sottrarsi al confronto televisivo con il Guardasigilli, ma al momento l’orientamento degli elettori premia il governo e la maggioranza. Secondo un sondaggio realizzato dall’istituto Noto per Porta a Porta, si recherà alle urne per il referendum confermativo il 56% degli aventi diritto. E tra di loro, se si votasse oggi, il Sì alla separazione delle carriere, al doppio Csm e all’Alta corte disciplinare raggiungerebbe il 56%. I No si fermerebbero al 44%, mentre il 18% sarebbe ancora indeciso. Sul referendum Nordio è tornato a farsi sentire ieri per replicare a un’altra delle argomentazioni utilizzate dai sostenitori del No: la preferenza per la separazione delle carriere presente anche nel Piano di rinascita democratica della P2 di Licio Gelli. Il Guardasigilli, a margine di una visita al carcere di Secondigliano a Napoli, ha usato il paradosso per rispondere al procuratore generale di Napoli, Aldo Policastro: «Se l’opinione del signor Licio Gelli era un’opinione giusta, non si vede perché non si dovrebbe seguire perché l’ha detto lui. Se Gelli ha detto che Gesù è morto in croce, non per questo dobbiamo dire che è morto di polmonite. Anche l’orologio sbagliato segna due volte al giorno l’ora giusta. Se anche Gelli è inciampato nella verità, non per questo la verità non è più la verità».