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Aurora Ramazzotti incinta? Indiscreto: come l'ha presa Michelle Hunziker

Giordano Tedoldi
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Aurora Ramazzotti, 25 anni, figlia di Eros e di Michelle Hunziker, è incinta. Così riporta "Chi", che ne scrive diffusamente sul numero oggi in edicola. Tutto era cominciato con un mistero: madre e figlia erano state viste entrare in farmacia per acquistare un test di gravidanza. Era per Michelle o per Aurora? Mistero sciolto: Aurora avrà il primo bambino, dal fidanzato Goffredo Cerza, di professione "business analyst", e la nascita dovrebbe arrivare a gennaio. Michelle, invece, 45 anni portati strepitosamente, diventerà nonna, e nonno sarà Eros Ramazzotti, che ha da poco pubblicato "Battito infinito", il suo nuovo disco, al quale seguirà, da ottobre, con prima tappa Los Angeles, un tour mondiale che prevede varie date anche in Italia nel 2023. Ma neanche a settembre il cantante resterà a riposo, impegnato con le date dell'anteprima del tour.

 

 


QUESTIONE DI CLASSE
La notizia si potrebbe liquidare considerando che, maniaci del gossip a parte, sono casi loro. Però è vero che i personaggi famosi hanno la capacità di rappresentare in grande formato cambiamenti del costume e, senza volerla fare troppo grossa, di indicare alcuni mutamenti antropologici. Ad esempio, si consideri quante ragazze di 25 anni, e di quali classi sociali, possono permettersi di programmare e di portare fino in fondo una gravidanza. Quelle molto ricche, come Aurora? E quante saranno sul totale delle coetanee italiane? Molto più frequente, nelle classi pure agiate ma non ricchissime e soprattutto in quelle medie, che la gravidanza diventi un obiettivo solo intorno ai trenta, trentacinque anni, se non di più (o mai), quando si è riusciti a raggiungere una stabilità economica e una buona realizzazione professionale, indispensabili all'assunzione di responsabilità di diventare mamme. Naturalmente ci sono giovani ragazze povere che si trovano pure loro ad avere bambini, quando hanno ancora vent' anni, ma a parte che non finiscono su "Chi", è molto probabile che dal giorno della nascita della prole, dovranno crescere in fretta tutto d'un colpo, o saranno guai.

 

 

Ma a parte queste considerazioni fatte a spanne, che certo non vogliono dare un quadro obiettivo della maternità in Italia, un incontestabile, questo sì, mutamento è quello della figura del nonno. Il nonno, in Italia, è un personaggio mitologico. Sia il nonno che la nonna sono stati, per decenni, e forse per almeno un secolo, i pilastri dell'educazione dei figli di quei genitori scassati, divorziati, rissosi, nevrotici, immaturi o fagocitati dal lavoro che chiunque sia nato e cresciuto in Italia ha conosciuto molto bene, e ha imparato, se fortunato, ad accettarli e a volergli bene così come sono. Ma proprio perché il papà e la mamma si credevano ancora giovani, eterni ragazzi, e sempre liberi come la Traviata di Verdi, ecco che i nonni, automaticamente, diventavano le figure sagge, ponderate, calme, e anche un po' rintronate.


A sessant' anni ne dimostravano ottanta, e a settanta già li si intravedeva sulla via per il cimitero. Ecco, ci risulta un po' difficile inserire in questa tipologia di nonni, evidentemente in progressiva estinzione, Eros Ramazzotti e, tanto più, Michelle Hunziker. C'è un detto inglese che dice "If I rest, I rust", cioè "se mi riposo, arrugginisco". E molta diffusa è anche la massima che sostiene che c'è un solo modo di non diventare vecchi, cioè, decidere di non esserlo, non consegnarsi al raggelante abbraccio della senilità. Ma sia Eros che Michelle, probabilmente, non hanno alcun bisogno di ripetersi questi mantra, del resto non ne avrebbero nemmeno il tempo impegnati come sono nelle rispettive carriere che non accennano a deflettere, e se in verità Eros, rispetto al garzoncello che si esibì a Sanremo nel 1984 con la popolare canzone "Terra promessa", qualche segno dell'età lo mostra, Michelle deve aver firmato un patto con un diavolo molto competente in materia di eterna giovinezza, oppure avere un dipinto in soffitta che invecchia al posto suo.


SOCIETÀ MODERNA
Chiamarli "nonni", prima che strano, grottesco, suona semplicemente sbagliato, anche se anagraficamente, da gennaio, lo saranno. Ma ancora, questo nuovo essere nonni che non ha nulla a che vedere con quello che era un tempo, può essere esteso a tutti o è una specie di privilegio, di attributo riservato ai ricchi e famosi? Su questo punto ci sembra che la società, in gran parte, stia cambiando in blocco e, pur essendo rischioso azzardare previsioni, cambierà ancora più rapidamente nei prossimi lustri. Il caro vecchio nonno di una volta probabilmente rimarrà solo nelle memorie tenere dei nuovi vecchi. Si percepisce una generale accelerazione a bruciare le tappe: chi ha successo ce l'ha che è ancora ragazzino, diventa genitore quando un tempo si era ancora impegnati a costruirsi una carriera, e i suoi genitori, dunque i nonni dei bambini appena arrivati, sono ancora esteticamente e fisicamente sfolgoranti. Poi il sipario cala per tutti, ma nel frattempo chi ci pensa? 

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