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Governo in allarme rosso:rischio escalation terrorista

Il ministro lancia l'allarme:

La Cancellieri: "La situazione ora richiede attenzione"

Andrea Scaglia
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Conferma l'attendibilità della rivendicazione, il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri. Quella con cui gli esponenti della Federazione Anarchica Informale si sono attribuiti la gambizzazione di Roberto Adinolfi, il manager di Ansaldo Nucleare colpito sotto la sua casa genovese. E poi ci aggiunge la frase che inquieta: «Il rischio escalation esiste. È una situazione che richiede molto rigore, molta attenzione». Rispondendo alle domande dei giornalisti a margine del Salone di Libro di Torino, il ministro - dopo aver rimarcato che al momento «no, non si riscontrano collegamenti con l'area della protesta legata alla Tav in Val di Susa, certo sono tutti settori sensibili ed essendo sensibili i collegamenti possono esserci o crearsi facilmente» - il ministro Cancellieri, dicevamo, ha rivolto un vero e proprio appello, affinché «tutta la cittadinanza reagisca e prenda le distanze, non credo ci sia un'area di consenso intorno a questi atti, e se c'è è molto circoscritto». Una sorta d'invito agli italiani, da parte della rappresentante del governo, a serrare le fila in un momento «delicato» dal punto di vista socio-economico, e che per la verità vede l'esecutivo in profonda crisi di fiducia se non da parte dei partiti certo in molti settori popolari. Ricompattamento che dunque sarebbe oltremodo necessario. D'altro canto, c'è da dire che questo cambio di marcia da parte della galassia anarco-insurrezionalista - che fino ad ora non aveva mai agito direttamente contro la persona da colpire - era in qualche modo più che temuto, si potrebbe dire quasi annunciato. Dopo la lettera inviata dalla stessa Federazione Anarchica Informale il 30 dicembre scorso, in cui informava che «dai pacchi passeremo finalmente alle pallottole», il 22 febbraio era stato lo stesso capo della Polizia Antonio Manganelli a dichiararlo esplicitamente, davanti alla Commissione affari istituzionali della Camera: «Lo leggiamo nei documenti, lo ascoltiamo nelle telefonate: l'anarco-insurrezionalismo sta per fare un salto di qualità. Parlano di assassinio e solo per fortuna finora non c'è scappato il morto». In quello stesso giorno era peraltro intervenuto Mario Monti in persona: il premier, parlando con il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza) presieduto da Massimo D'Alema, aveva esortato ad «adeguare i servizi ai nuovi pericoli», spingendo per una riforma da tempo attesa. Meno di tre mesi dopo, per l'appunto in seguito all'agguato di Genova, entrambi gli scenari si sono concretizzati: salto di qualità degli anarco-insurrezionalisti e cambio al vertice dei servizi, con la delega a Gianni De Gennaro a diventare sottosegretario ai servizi di informazione e sicurezza. Il nome circolava da tempo: sarà dunque lui a dover riordinare la nostra intelligence, ottimizzando inefficienze e ricomponendo annosi contrasti interni. Per quanto riguarda le indagini, i magistrati genovesi continuano a confrontare le (poche) tracce lasciate dai due esecutori materiali della gambizzazione. A quanto è dato sapere, avrebbero avuto la perizia - o forse la fortuna - di non essere stati inquadrati da videocamere di sorveglianza, avendo scelto un percorso di fuga poco “coperto”. S'indaga nell'ambiente che, fino a qualche nno fa, gravitava intorno al centro Borgorosso, quello frequentato anche da Gianfranco Zoja, terrorista ora in carcere: nell'arsenale del gruppo che, secondo gli inquirenti, lui di fatto dirigeva venne trovato il libretto d'istruzioni di una pistola Tokarev dello stesso modello di quella utilizzata per sparare ad Adinolfi. All'epoca nessuno spiegò dov'era effettivamente finita quell'arma. di Andrea Scaglia

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