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Allarme di Confindustria: la chiusura dell'Ilva è un suicidio economico

Mentre gli operai protestano, si teme una fuga degli industriali temono dall'Italia

Eliana Giusto
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Da una parte magistrati che hanno chiuso l'Ilva di Taranto, dall'altra gli operai, gli industriali, i sindacati. Perché la chiusura della fabbrica significa tagliare le gambe all'economia locale e nazionale al prezzo di tanti disoccupati. Oggi i sindacati hanno protestato con blocchi sulle statali 100, per Bari, e 106 per Reggio Calabria, e con presidi su altre strade e hanno annuciato lo sciopero a oltranza. L'allarme di Federacciai - Ma un grido d'allarme è stato lanciato anche da Federacciai. Secondo cui la magistratura “ha colpito duramente" la filiera dell'acciaio, con conseguenze economiche e sociali drammatiche". La siderurgia italiana, scrive in una nota Federacciai-Confindustria “reagirà duramente a ogni tentativo di mettere in discussione, per una distorta ideologia ambientalista, la presenza dell'industria sul territorio e si batterà con tutte le energie di cui dispone per la salvaguardia di attività che rispettano la legge e che come tali vogliono continuare a operare". Per questo l'associazione chiede al Governo, "e in particolare a ministri Clini e Passera, di compiere ogni passo possibile per garantire la continuità e stabilità dello stabilimento di Taranto e per proseguire tenacemente sul sentiero del dialogo e della cooperazione fra le parti fino a ora perseguita".   Un rischio da evitare - Perché ancora più preoccupante è l'idea che gli industriali possano lasciare l'Italia. Dice ancora Federacciai: “Questa vicenda dell'Ilva ripropone brutalmente il tema della reale possibilità per interi settori dell'industria di base (non solo la siderurgia) di rimanere a operare sul suolo patrio". Se, “un impianto in regola con le norme ecologiche nel mezzo di un percorso concordato di adeguamento continuo alle sempre nuove migliori tecnologie per la tutela della salute e dell'ambiente può essere chiuso dal provvedimento di un magistrato sulla base di opinabili correlazioni tra esistenza dell'impianto industriale e salute all'intorno, non vi è più alcuna certezza del diritto e della possibilità di svolgere il proprio lavoro in situazione di normale serenità". Il riesame - E mentre il governo si augura, dice il ministro Clini, "che l'azienda collabori con il Ministero dell'Ambiente per superare i contenziosi che ci sono stati” e che “ognuno, Regione Puglia, ministero e magistrati, faccia la sua parte”, è stata fissata per il 3 agosto la decisione del Tribunale del Riesame in merito al ricorso presentato dai legali dell'Ilva. 

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