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Pil, disoccupazione, spreadTutti numeri che inchiodano Monti

Consumi mai così giù, produzione industriale al palo, un esercito di disoccupati: i dati del fallimento

Lucia Esposito
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Le dichiarazioni di Mario Monti al Wall Street Journal sul baratro in cui sarebbe finita l'Italia ("lo spread a 1200 punti") se Berlusconi fosse rimasto al governo sono, come per contrappasso arrivate proprio il giorno in cui l'Istat con i dati sul Pil ha ufficializzato che l'Italia è in recsessione. Il pil italiano nel secondo trimestre è crollato del 2,5% su base annua, la peggiore flessione dal 2009. Ma questo dato è solo uno dei tanti numeri che, messi danno la fotografia di Un Paese allo stallo. Il Pil ma anche il crollo della produzione industriale (-8,2% a giugno, -22% per il sole settore auto), i consumi sono al palo, la disoccupazione è ormai al 10,8%.  Numeri che raccontano un Paese immobile e che lasciano poco spazio alla speranza se si condidera chen parallelamente la pressione fiscal tra Imu,  patrimoniali, aumente delle bollette, è aumentata (dal 42,6% al 45,1%) ed è destinata a salire ulteriormente nel 2013. La sua ricetta non ha portato i risultati sperati neanche sui mercati finanziari che restano sospesi ai diktat tedeschi con gli spread sempre pronti a schizzare sopra i 500. 

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