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Tremonti corre da solo: pronto un nuovo partito

L'ex ministro dell'Economia ha rotto con i suoi ex colleghi: nel 2013 non vuole allearsi né con la Lega né con la Cosa Bianca. Ma tornerà, con un proprio movimento

Giulio Bucchi
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Da un anno, se non di più, Giulio Tremonti è un alieno nel Pdl: troppo rigorista da ministro dell'Economia, al punto da essere esautorato quand'era ministro dell'Economia dal premier Silvio Berlusconi che voleva più misure per la crescita. Da allora, inevitabile, la rottura più politica che umana con il Cav, che difficilmente lo rilancerà affidandogli una candidatura per il 2013. Ma siccome Tremonti è uomo ambizioso, con una grande stima di sé e ha ancora voglia, a 65 anni appena compiuti, di rivestire un ruolo istituzionale, eccolo studiare una ridiscesa in campo in grande stile. Il Corriere della Sera ricorda come Giulio punti tutto sulla stima guadagnata in Europa negli anni al Ministero, quando l'Italia vantava una crescita "migliore di quella di Francia e Olanda", uno spread medio a 113, coesione sociale e conti pubblici in ordine.  Il partito di Giulio - Già, ma con chi rientrare? L'astensionismo è ai massimi storici, il centrodestra è ancora in divenire, con Silvio Berlusconi unico candidato possibile ma non troppo convinto. La Lega, assai vicina alle simpatie di Tremonti, è di fatto condannata all'opposizione perenne. E la Cosa Bianca, possibile alleata della sinistra, non lo convince. E allora, meglio correre da soli. La scorsa settimana, a Cortina per la presentazione del suo ultimo libro Uscita di sicurezza, Tremonti è stato pressato dal pubblico: "Professore, lei deve fondare un partito". E l'amico Gianni Letta rispondeva in sua vece: "Lo sta già fondando...". 

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