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Pagheremo caro l'aiuto della Bce:l'Europa sarà il nostro governo

La crisi non è finita qui. Secondo Monti l'Italia non ricorrerà al piano anti-spread, ma il Financial Times lo dà già per scontato: "Roma e Madrid in difficoltà"

Andrea Tempestini
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  "Le notizie, straordinarie seppur attese, in arrivo da Francoforte hanno fatto passare in secondo piano l'agghiacciante bollettino diramato ieri mattina dall'Ocse: il prodotto interno lordo italiano, secondo le ultime stime, scenderà quest'anno del 2,4% e non dell'1,7% come previsto in primavera. Certo, la recessione morde tutti, ma non nello stesso modo. Tra i Sette Grandi, club cui l'Italia appartiene ormai più per tradizione che per requisiti, solo la Gran Bretagna accusa un risultato negativo, che per giunta potrebbe essere ritoccato all'insù quando verrà quantificato l'effetto Olimpiadi. Gli altri, pur pieni di acciacchi, crescono, consolidando il recupero dai minimi toccati nel 2008, l'ora della prima grande ondata di crisi. La produzione industriale italiana, invece, è ancora sotto del 22 per cento rispetto ai tempi della crisi di Lehman Brothers", spiega Ugo Bertone su Libero in edicola oggi. Una premessa necessaria per non farsi accecare dal piano anti-spread annunciato da Mario Draghi. Già, perché l'eventuale (anzi, probabile) aiuto della Bce, l'Italia e gli italiani lo pagheranno a caro prezzo. Il premier Monti dichiara: "Non è detto che chiederemo l'intervento dell'Eurotower". Il Financial Times, al contrario, lo dà per scontato: "L'Italia chiederà aiuto". E cosa significa, chiedere aiuto? Non soltanto acquisti di titoli di Stato da parte della Bce, ma (soprattutto) vincolare il Parlamento e il governo alle autorità europee e, in ultima analisi, alla Germania. Leggi l'approfondimento su Libero in edicola oggi, venerdì 7 settembre  

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