Rutelli: "Pronto ad allearmi con il Pd"

Il leader dell'Api: "Pronti a un'alleanza con il Pd per completare il programma di Monti. L'Udc? Deve scegliere con chi stare"
di Andrea Tempestinidomenica 16 settembre 2012
Rutelli bussa alla porta del Pd

Rutelli bussa alla porta del Pd

2' di lettura

  Cicciobello piange. Scaricato dall'Udc di Pier Ferdinando Casini ("Il Terzo Polo è morto", ipse dixit) e costretto a fare i conti con la nullità del peso politico di Gianfranco Fini e di Futuro e Libertà, Francesco Rutelli, solo e un po' disperato, torna a bussare alla porta del Partito Democratico. Il leader dell'Api spiega che all'ordine del giorno c'è proprio un'alleanza con il Pd, "imperniata sulla candiadtura di Bruno Tabacci alle primarie e sulla prospettiva di un governo solido che porti avanti le riforme difficili del governo Monti". Così Rutelli in un'intervista a Repubblica, dove prova a pungere Casini, "reo" di averlo scaricato: "Bisogna scegliere prima con chi stare. Non puoi dire agli elettori: lo so io". "No a una nuova Unione" - Ma con Casini c'è stata una rottura personale? "Non voglio fare polemica - risponde Rutelli - ma certo va ancora capito se c'è l’Udc o se c'è un nuovo soggetto politico che per ora mi pare molto di là da venire. E comunque le scelte delle alleanze vanno dichiarate prima, poi decide il popolo, se non c'è maggioranza, decide il Parlamento". Cicciobello disperato bussa alla porta del Pd, di cui fu cofondatore, e prova anche a porre delle condizioni, ossia che "non si ripeta l’esperienza dell’Unione condizionata da  massimalisti e populisti". Insomma, niente accozzaglie stile-Prodi. Parlando di Monti, continua Rutelli, "non può certo essere candidato mentre dichiara di non volerlo essere" e Rutelli prevede per lui tre strade: premier in caso di mancata maggioranza post-voto, elezione al Quirinale, una posizione di vertice in Europa. "Non prevedo che rimanga disoccupato", conclude.  

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