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Bimbi abbandonati in pizzeria

La madre: non potevo sfamarli

Silvia Tironi
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Sono ad Aosta i nonni materni dei tre bambini abbandonati domenicascorsa dalla madre e dal suo compagno in una pizzeria. Riporteranno ibambini in Germania dove, almeno in un primo momento, verranno affidatiai servizi sociali e poi, probabilmente, ai nonni stessi. Insieme aloro è arrivato  anche il console tedesco. Intanto la mamma e il fidanzato sono stati denunciati a piede libero; la donna per abbandono di minori, l'uomo per essere evaso dal carcere. Fuori per un permesso premio, il 24enne non aveva infatti fatto ritorno in cella, ma era partito con la compagna e i suoi bambini per l'Italia. Durante l'interrogatorio la mamma dei bambini ha spiegato tra le lacrime che ladecisione disperata è maturata «quando, dopoalcuni giorni trascorsi ad Aosta, i soldi sono finiti e i bambini hannoincominciato a piangere perché avevano fame». Inizialmente lei e ilcompagno volevano proseguire il viaggio e trascorre una vacanza almare. Ignara delle conseguenze del suo gesto, Ina è scoppiata apiangere quando gli agenti le hanno comunicato che le autorità tedeschele hanno tolto la patria potestà: «Non immaginavo, volevo soloproteggerli, ero certa che sarebbero stati rimpatriati e che li avreiritrovati in Germania non appena fossi riuscita a raggranellare un po'di soldi per il rientro». La loro è stata una fuga disperata: «Ci siamo cibati degliscarti dei supermercati, soprattutto di frutta avariata, frugando neicassonetti e abbiamo bevuto acqua dai ruscelli di irrigazione» ha dettola ragazza. La sua intenzione, non appena si fossero calmate le acque,era di «raccogliere un po' di soldi con l'elemosina, tornare a casa eriabbracciare i figli». «Il loro è stato un gesto di affetto, determinato da un momento di grande e profonda disperazione per la situazione economica in cui si trovavano». Così l'avvocato Federico Fornoni, del Foro di Aosta, legale di Ina Caterina Remhof e Sascha Schmidt, giustifica la scelta di abbandonare i tre bambini in pizzeria. L'avvocato, nominato d'ufficio, ieri sera ha partecipato agli interrogatori dei due, accusati di concorso in abbandono di minore (per lei c'è l'aggravante in quanto madre). «Hanno fornito la stessa versione dei fatti - ha aggiunto il legale - e non si sono contraddetti». I due erano partiti il 2 aprile dalla Germania con 1.000 euro. Hanno attraversato Olanda, Belgio, Francia, Svizzera e sono arrivati in Italia il 14 aprile dal traforo del Gran San Bernardo. Ad Aosta sono finiti soldi e benzina. Per alcuni giorni - hanno raccontato agli inquirenti - si sono nutriti con latte e acqua, dormendo nell'auto. Poi la disperazione ha preso il sopravvento e hanno deciso di andare in hotel pur sapendo di non poter pagare. È lì che hanno deciso di abbandonare i bambini. «Ho lasciato i documenti così era più semplice identificarli e rimpatriarli», ha raccontato la madre.

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