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Bimbo "rapito" dalla polizia, Mario Giordano: l'innocente trattato da criminale

Giudici, Questura, genitori: tutti hanno una parte di ragione, ma nessuno di loro ha agito davvero per tutelare la parte più debole, Leonardo

Giulio Bucchi
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  di Mario Giordano La mamma pensava di fare il bene del bimbo, la zia pensava di fare il bene del bimbo, il papà pensava di fare il bene del bimbo, il nonno pensava di fare il bene del bimbo, il giudice pensava di fare il bene del bimbo e le polizia pensava di applicare la decisione del giudice  che pensava di fare il bene del bimbo. In questa storia assurda tutti, probabilmente, pensavano di fare il bene del bimbo. E tutti, invece, gli hanno fatto un male enorme. Un male irrimediabile. Gli hanno stuprato la vita, gli hanno violentato l'anima, ancor prima che il corpo, segnandolo di ferite che a differenza degli ematomi non guariranno più. Il video l'abbiamo visto tutti, e sarà difficile da dimenticare, come certe scene strazianti dei bambini caricati sui treni per Auschwitz. Certo: nel destino del bimbo di Padova (10 anni) non c'è la camera a gas, la polizia di Padova non è paragonabile alle Ss. Ma quelle urla di carne strappata alla propria carne, di cucciolo portato via dall'abbraccio materno, rievocano le memorie peggiori. Soltanto che nella memoria peggiore il Male è assoluto e si vede a occhio nudo. Qui, invece, dentro i confini di questa assurda storia della provincia padovana dove sta il Male? E dove sta il Bene? E' così difficile da definire. Ed è quello che ci disorienta, ed è quello che ci spaventa ancor di più.     Leggi il commento integrale di Mario Giordano  su Libero in edicola oggi, venerdì 12 ottobre    

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