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Cittadella, "rapimento" a scuola: la mamma di Leo rischia il processo

Il pm vuole rinviarla a giudizio: in tre casi aveva nascosto il figlio per non farlo trovare alle autorità

Giulio Bucchi
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di Alessandro Gonzato Ombretta Giglione, la madre del piccolo Leonardo, il bimbo trascinato a forza fuori dalla scuola elementare di Cittadella, avrebbe nascosto il figlio alle forze dell'ordine in tre diverse occasioni: il 2 e il 4 agosto ed il 20 settembre scorsi. Per questo il pubblico ministero ne chiederà il rinvio a giudizio. L'accusa è di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. Il bimbo, che i magistrati avevano sottratto alla potestà della madre già nel 2009, avrebbe dovuto essere trasferito in una casa-famiglia entro il 25 agosto di quest'anno, quindi un mese e mezzo prima rispetto a quanto avvenuto tra le mille polemiche alimentate dal video girato dalla zia del bambino e diffuso da «Chi l'ha visto?». Il primo tentativo di portare Leonardo in una struttura protetta era andato a vuoto perché la madre, secondo l'accusa, aveva sostenuto di trovarsi in vacanza in Toscana col figlio e all'indirizzo fornito dalla signora le forze dell'ordine non avevano trovato nessuno. Due giorni dopo anche il secondo tentativo era fallito perché il bimbo, stando al pm, era stato nascosto a casa dei nonni materni. Il terzo episodio del quale Ombretta Giglione è accusata si sarebbe svolto nella scuola elementare di Cittadella: nel tentativo di anticipare l'intervento degli assistenti sociali e degli uomini della questura, il bambino sarebbe stato nascosto all'interno dell'edificio. Leggi l'articolo integrale di Alessandro Gonzato su Libero in edicola oggi, mercoledì 17 ottobre

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