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La Kyenge: giusto condannare Calderoli

Matteo Legnani
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Una Kyenge inacidita, che ancora non ha digerito la sua estromissione da Palazzo Chigi e la "cacciata" in Europa nell'eremo dorato del Parlamento europeo, è quella che si è presentata ai microfoni de "La Zanzara" su Radio 24. Bersaglio degli strali dell'ex ministro dell'Integrazione è stato, neanche a dirlo, il leghista Roberto Calderoli, reo qualche mese fa di aver paragonato la prima ministra nera della storia d'Italia a un orango raccontando una storiella a una festa del Carroccio. Episodio per il quale Calderoli, giusto pochi giorni fa, è finito a processo con l'accusa di diffamazione aggravata dall'odio e dalla discriminazione razziale.  "E' giusto che Calderoli venga condannato e che si comincino a dare dei segnali. Se uno sta all'interno di un'istituzione non può dire certe cose, bisogna rispettare il ruolo" ha detto la Kyenge. "La denuncia non l'ho presentata io, ma devo andare a testimoniare al processo. Un segnale bisogna darlo, lui ha anche un ruolo educativo". In caso di condanna, però, l'italo congolese non giudica adeguata per Calderoli la pensa del carcere: "No, ma potrebbe fare i servizi sociali per assistere i clandestini che arrivano. Sarebbe una pena rieducativa. Dovrebbe lavorare e aiutare gli immigrati. Servire in mensa in un centro, fare servizio di lavanderia. Oppure guidare i bus con un cappello in testa, per trasportare i migranti da un centro all'altro. Ma è un po' a rischio, bisogna mettere un cartello: vietato avvicinarsi al conducente. Lo immagino Calderoli che guida il pullman...". Poi una battuta sul segretario del Carroccio Matteo Salvini, che si è reso disponibile a primarie di coalizione nel centrodestra per individuare il candidato premier quando l'Italia tornerà al voto: "L'Italia guidata da Salvini? È una cosa cui non voglio nemmeno pensare...per me è una cosa assurda. Certo non vado via dal Paese, ma gli faccio la guerra dalla mattina alla sera". 

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