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Baby squillo dei Parioli, il marito della Mussolini verso il rinvio a giudizio

Nicoletta Orlandi Posti
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Per la procura di Roma sul caso Parioli c'è un prossimo obiettivo: la richiesta di rinvio a giudizio per gli oltre 60 clienti che hanno avuto incontri a pagamento con le due minorenni. Nell'ufficio del pubblico ministero è infatti prevalsa la convinzione di non accogliere le proposte di patteggiamento presentate da una parte di coloro che sono rimasti indagati nella seconda parte dell'inchiesta dopo l'identificazione. Tra questi anche Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini, che, sapendo che il suo numero poteva essere finito nelle intercettazioni, si era spontaneamente recato dai carabinieri ammettendo di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con le due ragazzine, pensando che "fossero maggiorenni". I magistrati invece sostengono fosse "impossibile non accorgersi dell'età delle baby prostitute". Il secondo filone dell'inchiesta - Anche questa parte dell'indagine è affidata al procuratore aggiunto Maria Monteleone e al pm Cristiana Matiussi, soddisfatte dalla sentenza pronunciata ieri dal Gup Costantino De Robbio che ha portato ha portato alle condanne dei primi otto imputati, tutti giudicati con rito abbreviato. Tra loro anche il promotore del giro di prostituzione, Mirko Ieni, condannato a 10 anni di carcere, e la madre di una delle minorenni, che oltre a scontare una reclusione di 6 anni dovrà risarcire la figlia in sede civile. Alla donna, inoltre, è stata revocata la potestà genitoriale. Entro l'estate verrà completato l'esame della posizione dei clienti e la procura sarà in grado di presentare al Gup le sue richieste. Due clienti con la sentenza di ieri sono stati condannati a un anno di reclusione con sospensione condizionale della pena. Una situazione che potrebbe ripetersi anche nei processi a venire.

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