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Yara, Massimo Bosseti: nel suo pc trovate delle foto hard

Gian Marco Crevatin
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Allo stato attuale, nulla viene tralasciato per ricostruire la personalità di Massimo Giuseppe Bossetti. Anche i video hard quindi, trovati nel computer fisso e in quello portatile di Bossetti nella sua casa di Mapello. Immagini che in qualche modo potrebbero aiutare gli inquirenti a costruire un identikit psicologico dell'unico sospettato per l'omicidio della piccola Yara Gambirasio. Secondo gli inquirenti, la raccolta di ogni minimo particolare serve a comprendere quando Bossetti dice la verità e quando mente. A questo, e solo a questo, potrebbero servire le immagini pornografiche rinvenute dal pm Letizia Ruggeri sui computer del sospetto, che non hanno alcuna rilevanza penale. Lo sfogo - "Non troveranno nulla", ha fatto sapere di nuovo Bossetti tramite i suoi avvocati. Dai computer, dai telefonini, dalla sua Volvo e dal furgone Iveco, già messi sottosopra e rivoltati come un guanto dal Ris di Parma - secondo quanto si è appreso -, non si è trovato nessun ulteriore elemento per stringere il quadro indiziario sull'indiziato. Non c'è nulla contro di lui, ci tengono a ribadire i suoi legali. A complicare la sua posizione, però, oltre alle tracce genetiche sugli slip di Yara, restano le contraddizioni durante gli interrogatori e, soprattutto, quelle immagini delle telecamere che collocavano Bossetti nei pressi della palestra da cui la piccola era sparita in quel maledetto 26 novembre 2010, la sera in cui fu rapita e uccisa. 

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