Suor Ines, pm antimafia: da allieva di Falcone a madre superiora della Carità
La dea Giustizia ha ceduto il passo a Dio. Almeno per quanto riguarda suor Ines Talignani. La religiosa, infatti, oggi è madre superiora delle carmelitane minori di Reggio Emilia, ma la sua storia ha un inizio ben diverso. Suor Ines, infatti, prima di cambiar vita era un magistrato, un "giudice ragazzino" se vogliamo usare il soprannome coniato da Francesco Cossiga per indicare i magistrati freschi di concorso che venivano spediti in Sicilia a combattere le cosche. La sua storia, raccontata dal Giornale, parla del corso di formazione al Csm, sotto la guida di Giovanni Falcone, del biennio di uditore giudiziario alla corte d'Appello di Bologna, del primo incarico nel 1989 come pm a Caltanissetta ad occuparsi di reati ambientali. Poi però il 15 ottobre 1992, quando l'aria era ancora impregnata dell'odore acre del tritolo impastato con il sangue di Palermo, Capaci e via d'Amelio, Ines a 32 anni, dà un taglio netto con il passato: prende i voti ed entra in convento. La scelta - Suor Ines tiene a precisare che i fatti tragici a cui ha assistito in Sicilia non hanno determinato la sua scelta di prendere l'abito: "Le due strade si sono incrociate in modo naturale", dice alla Gazzetta di Modena. "A Scandiano con un altro ragazzo ci occupavamo dei giovani e abbiamo incrociato la realtà delle Case della carità. Vedere questa tavola aperta a tutti, questa famiglia allargata con naturalezza a persone svantaggiate o sfortunate, che ha intorno tanti amici, che vive di provvidenza, mi ha disturbata, interrogata, affascinata, in definitiva mi ha parlato direttamente del Vangelo e questa sensazione mi è rimasta dentro. A quel punto avevo già vinto il concorso in Magistratura e stavo cominciando i due anni a Bologna, ma poi questa vocazione è tornata a bussare. Non sono due parti della mia vita in contrapposizione, non ho scelto questa vita per scappare dall'altra, sono due momenti che si sono intrecciati e hanno determinato il mio percorso". Concetto che aveva già espresso nel 1995 al sito prayerpreghiera.it: "Non è che uno smette di combattere la mafia solo perché si fa suora. La mafia è in me, il male è in me, l'omertoso e il convivente col male è in me. Questa battaglia quotidiana si combatte con la preghiera e col lavoro".