Napoli, sequestrati beni per 165 milioni a un imprenditore colluso con la camorra
I Carabinieri di Castello di Cisterna del Nucleo Investigativo hanno eseguito dietro richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli un decreto di sequestro di beni, società, beni mobili e immobili nella disponibilità di un imprenditore, già sorvegliato speciale e indagato per estorsione e trasferimento fraudolento di beni, in concorso con altre 9 persone, destinatarie di informazione di garanzia. L'indagine ha definito una complessa vicenda estorsiva posta in essere dall'indagato per recuperare dei crediti, ma soprattutto ha registrato il coinvolgimento di noti esponenti del Clan Fabbrocino, cui sono riconducibili 8 società che operano a Napoli nel settore immobiliare, finanziario, sportivo e turistico-alberghiero. Sproporzionato il tenore di vita dell'indagato, che aveva volume d'affari di diversi milioni di euro a fronte di irrisori redditi dichiarati. Riscontrati inoltre dalla DDA sodalizi con i clan Fabbrocino, Sarno e Arlistico-Terracciano. Inoltre, uno dei beni posti sotto sequestro – del settore turistico-alberghiero di Pomigliano d'Arco, era stato più volte proiettato verso la alienazione dall'indagato stesso, per evitare il provvedimento di confisca. Tra le 92 unità immobiliari, anche lussuose ville ed appartamenti, due centri sportivi ed un albergo. Valore complessivo: 165 milioni di euro di Cristiana Barone