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Giustizia, con la riforma andranno in pensione oltre 400 magistrati

Ignazio Stagno
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Un vero e proprio terremoto. Il 2015 sarà l'anno in cui verrà ridisegnata mezza magistratura. Quattrocento magistrati andranno in pensione anticipata da qui al 31 dicembre 2015, altri 900 nel triennio successivo. Un cambio epocale. La più grande rottamazione degli ultimi decenni, che apre la corsa agli oltre 1300 incarichi "direttivi o semi-direttivi", dalla Corte suprema di Cassazione alla più piccola delle procure. A fare i calcoli della rivoluzione delle toghe è L'Espresso.  La rivoluzione - Da Nord a Sud, regione per regione sono previsti circa 400 pensionamenti. Entro il 31 dicembre verranno sostituiti l'intero vertice della Cassazione, dal primo presidente Giorgio Santacroce a tutti i presidenti di sezione al gran completo, a partire da Antonio Esposito, estensore nel 2013 della sentenza di condanna definitiva di Berlusconi. In pensione nomi che hanno segnato grandi casi giudiziari: l'avvocato generale della Corte d'Appello di Roma Antonio Marini, che fu pm del processo Moro, il procuratore generale di Salerno Lucio Di Pietro, il procuratore di Marsala Alberto Di Pisa, protagonista della discussa vicenda del corvo di Palermo, il procuratore di Civitavecchia Gianfranco Amendola, pretore contro i reati ambientali negli anni Settanta e leader dei Verdi. La riforma prevede l'uscita di scena di due generazioni di magistrati. Di fatto verranno spediti fuori ruolo, in un solo colpo, il presidente del tribunale di Roma Mario Bresciano e il presidente di Corte d'Appello di Napoli Antonio Buonajuto. Tira aria di rottamazione anche in Piemonte. A Torino andrà via il procuratore generale Marcello Maddalena mentre a Milano il procuratore Edmondo Bruti Liberati (con il procuratore generale Manlio Claudio Minale e al presidente di Corte d'Appello Giovanni Canzio).  Il risiko del Csm - A gestire la rottamazione delle toghe sarà il nuovo Consiglio superiore della magistratura appena eletto, guidato da Giovanni Legnini appena eletto alla vice-presidenza di Palazzo dei Marescialli. Tocca a lui gestire l'operazione ricambio. La scorsa settimana sono stati definiti i criteri per le nomine al vertice di 15 uffici giudiziari, a cominciare dalla procura di Palermo. Il Csm si è spaccato: da una parte compatti i laici, dall'altra i togati. Come racconta l'Espresso i due consiglieri della destra, Elisabetta Alberti Casellati di Forza Italia e Antonio Leone dell'Ncd, votano compatti ma qualche dissidio sulle scelte potrebbe arrivare nel campo berlusconiano. Le correnti del partito si riflettono anche sulla questione giustizia. Potrebbe restare fuori dai giochi Niccolò Ghedini, interlocutori del ministro Orlando saranno probabilmente Nitto Palma e Giacomo Caliendo. Insomma la rottamazione è cominciata anche tra le toghe. E per le nuove nomine servirà ancora una volta un accordo tra  Pd e Forza Italia...

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