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Alberto Stasi, quelle tre nuove prove che lo fanno tremare

laura vezzo
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L'accusa si sente ormai ad un passo dalla risoluzione del caso, che, n'è convinta, vedrebbe Alberto Stasi come l'unicoassassino che il 13 agosto 2007 uccise l'allora fidanzata Chiara Poggi nella sua casa di Garlasco. Il cerchio, insomma, si stringe: ci sono tre prove che l'accusa considera un vero e proprio asso nella manica. Nel frattempo, oggi, mercoledì 3 dicembre, si terrà la penultima udienza del processo in corso: a parlare sarà la difesa di Stasi. Tre nuove prove - Ma nel corso della mattinata, come scrive Il Giornale, verranno portate in tribunale dall'accusa anche le tre nuove memorie d'accusa. La prima è relativa a un'impronta insanguinata del palmo della mano dell'assassino sul pigiama di Chiara Poggi, su cui erano presenti anche impronte digitali. La nuova impostazione accusatoria del magistrato Laura Barbaini, che ha chiesto 30 anni di carcere per Stasi, sostiene che il killer dovette lavarsi dal sangue in bagno. "Essendo Chiara il principale fruitore del bagno, ci si aspetterebbe di rinvenire le impronte di Chiara in numero consistente e pochi contatti relativi a Stasi che invece è fruitore occasionale. L'assenza di impronte di Chiara Poggi e la presenza del Dna della stessa sul dispenser conducono inevitabilmente alla conclusione che il dispenser sia stato oggetto di un'opera di pulizia da parte dell'assassino. Ma a questo punto non è più giustificabile che siano rimaste le due impronte di Stasi e non le impronte di Chiara e neppure le impronte di un ipotetico assassino diverso da Stasi se non individuando l'assassino in Stasi, cioè proprio in colui che per ultimo ha toccato il dispenser e vi ha lasciato le due impronte dell'anulare destro dopo aver lavato via le precedenti". Come terza e ultima nuova prova vi è poi il palmo della mano che l'assassino avrebbe lasciato impresso sul muro mentre trascinava per le scale la ragazza. Le foto-chiave - Fondamentali, secondo il pg Barbaini, la terza memoria d'accusa, corredata da foto dal contenuto esplicito La scena viene mostrata in due versioni diverse: la prima è illuminata dal flash, l'altra al naturale, cioè come sarebbe apparsa la scena a Stasi se lui non fosse l'assassino. In quest'ultima, il volto di Chiara è poco più che una macchia scura, coperta quasi del tutto dal sangue colato dalle ferite. Ciò nonostante, Stasi nella sua prima dichiarazione ai carabinieri aveva detto: "La parte destra non era coperta da sangue né tantomeno da capelli, anzi preciso che constatavo il colore nitido della sua pelle che era chiaro". Per il pg Barbaini la spiegazione è una soltanto: "Nell'immediatezza della caduta, nella prima mattinata, la parte destra del volto era pulita ed integralmente visibile, come viene descritta da Stasi". Per il procuratore, quindi, Stasi con questa frase non ha raccontato la scena che avrebbe visto al suo arrivo per le ore 13, ma quella di molte ore prima; quella che solo l'assassino può aver visto.

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