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Mafia Capitale, la famiglia di Ciro: "Carminati e quei legami con chi uccise Ciro"

Nicoletta Orlandi Posti
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Acquisire, dal fascicolo del procedimento Mafia Capitale, "tutte le intercettazioni intercorse nei giorni precedenti e successivi" agli incidenti del 3 maggio che causarono la morte di Ciro Esposito "tra Massimo Carminati e i soggetti appartenenti alla tifoseria della Roma ritenuti suoi fiancheggiatori". È quanto chiedono gli avvocati Sergio e Angelo Pisani, difensori della famiglia del tifoso napoletano, con un'istanza indirizzata al sostituto procuratore Eugenio Albamonte che indaga sull'omicidio del giovane. "Lo stadio Olimpico - scrivono i legali - è stato palestra di un gruppo di fiancheggiatori del 'rivoluzionario armato' Massimo Carminati. Alcuni di loro sono diventati, lo scrivono i magistrati nell'ordinanza di Mafia Capitale, suoi consiglieri". Ed è "notoria l'appartenenza di Daniele De Santis", indagato per omicidio, "sia alle frange più violente della tifoseria che agli ambienti dell'estrema destra. Proprio per tale motivo non si esclude che i fatti per cui si procede possano essere stati commentati con dovizia di particolari da soggetti attenzionati sia nella fase preparativa che nei momenti successivi ai noti eventi che videro coinvolto Ciro Esposito". In caso positivo, concludono gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, "si acquisirebbero importanti spunti investigativi soprattutto al fine di identificare i complici di De Santis".

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