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Trombati pure Taddei e Clementi

Eliana Giusto
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Rapporto difficile, quello tra i renziani e le commissioni esaminatrici. Nei mesi scorsi erano infatti state due tra le teste più care al presidente del Consiglio a collezionare la figuraccia accademica. A Francesco Clementi, costituzionalista assai renziano (era pure intervenuto alla Leopolda) era capitato di vedersi bocciare all'esame per l'abilitazione a professore ordinario di Diritto comparato (su 97 candidati ce l'avevano fatta in 25). Tacciato dalla commissione di non avere raggiunto «la piena maturità scientifica», Clementi è dovuto rimanere professore associato. Peggio ancora era andata a Filippo Taddei, enfant prodige della squadra di teste d'uovo economiche al servizio del premier (oggi agisce praticamente in qualità di ministro-ombra del Lavoro). Presentatosi al concorso per diventare professore associato in Politica economica, era stato sonoramente bocciato in quanto «non supera nessuna delle condizioni sufficienti previste dai criteri stabiliti dalla commissione». E sì che non pareva un esame così proibitivo: dei 417 candidati presentatisi ai blocchi di partenza, i promossi erano stati quasi trecento. Non Taddei, tuttavia: «È imbarazzante, lo ammetto», dichiarò a botta calda, smentendo però con grande decisione le voci che volevano un Renzi arrabbiato con lui per la figuraccia: «Ma no, al Nazareno abbiamo altro a cui pensare».

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