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Dimissioni Benedetto XVI, il cardinale di Cracovia: "Non si scende dalla croce"

Giovanni Paolo II

La frase del cardinale di Cracovia, segretario personale di Giovanni Paolo II: "Wojtyla restò sul Soglio pontificio nonostante la malattia"

Andrea Tempestini
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  L'annuncio delle dimissioni di Jospeh Ratzinger ha colto di sorpresa il mondo. Che il Pontefice meditasse il passo indietro, su Libero lo avevamo detto già nel 2011. Oggi, lunedì 11 febbraio 2013, la conferma. Ovvio lo sconcerto. Anche in Polonia, la terra di Giovanni Paolo II, il predecessore di Benedetto XVI. Monsignor Wojciech Polak ha accolto l'annuncio con "ubbidienza e fiducia". I vescovi polacchi, ha spiegato il segretario della Conferenza episcopale del Paese, si erano resi conto che Ratzinger stava diventando anziano, e in parallelo stava perdendo le forze. "Dalla croce non si scende" - Non è quindi un caso che proprio da Cracovia - la terra di Wojtyla, che pur piagato dalla malattia non lasciò il suo mandato - arrivi il commento più duro e spiazzante sulla decisione di Ratzinger. La firma in calce è quella del cardinale di Cracovia, Stanislaw Dziwisz, che fu proprio il segretario personale di Giovanni Paolo II fino alla sua morte, avvenuta nell'aprile 2005. Il cardinale ha voluto ricordare come Wojtyla decise di restare sul Soglio pontificio fino al termine della sua vita poiché riteneva che "dalla croce non si scende".  Il percorso - Il cardinale di Cracovia spiega di non voler criticare la decisione di Benedetto XVI: "Ognuno di loro - ha spiegato riferendosi a Wojtyla e Ratzinger - aveva un grande carisma e ha avuto un grande ruolo per la Chiesa e l'umanità. Giovanni Paolo II - ha aggiunto Dziwisz - ha aperto la Chiesa al mondo, e questo Papa ha continuato questo percorso". Però la prima frase, quel "dalla croce non si scende", appare come una presa di posizione. Una presa di posizione destinata a far rumore. Il cardinale, infine, ha ricordato che nel prendere la decisione di restare alla guida della Chiesa nonostante la malattia, Giovanni Paolo II si consultò anche con Ratzinger, allora cardinale.  

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