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L'autore della sparatoria rinchiuso a Rebibbia: "Cosa ho fatto? "Non lo so, non so spiegare"

"Non potevo più mantenere mio figlio, ero disperato", continua a ripetere dal carcere. La moglie: "Non è mai stato violento con nessuno"

Sebastiano Solano
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Nell'incredibile sparatoria di ieri davanti Palazzo Chigi l'unica cosa che al momento sembra certa è che l'autore del gesto, Luigi Preiti, non fosse pienamente consapevole di quello che stava per fare. Ciò non vuol dire che Preiti abbia dei problemi psichiatrici, ipotesi anzi esclusa sin dall'inizio sia dal fratello che da chi si occupa delle indagini.  La moglie: "Non è un mostro". Guarda il video su LiberoTv Cosa ho fatto? Non lo so - Ma dal carcere di Rebibbia, dove è rinchiuso in isolamento, Preiti non riesce a darsi pace, alternando - riportano gli agenti penitenziari che lo sorvegliano - "lunghi momenti di silenzi a sfoghi di autoaccusa". "Cosa ho fatto? Non lo so, non so spiegare", ripete agli agenti. La perdita del lavoro, la separazione dalla moglie, il doloroso trasferimento a casa dei genitori: queste, secondo Preiti, le cause del folle gesto. E, soprattutto, l'umiliazione di non poter far fronte ai bisogni del figlio: "Non potevo più mantenere mio figlio, ero disperato", continua a ripetere. L'ex-moglie lo difende - Ad ogni modo, l'ipotesi investigativa più battuta dai pm Pier Filippo Laviani  e Antonella Nespola è quella del gesto di un "esibizionista", escludendo comunque qualsiasi perizia psichiatrica per lo sparatore. L'ex-moglie di Preiti, Ivana Dan, dal canto suo ribadisce: "Luigi non è mai stato violento con nessuno".   

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