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Legali di Berlusconi: Coppi al posto di Ghedini

Ghedini e Berlusconi

Berlusconi rivoluziona il team di legali: vuole il professor Franco Coppi. Silvio cerca di abbassare i toni e di svelenire il clima

Andrea Tempestini
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  Un occhio alla politica, uno ai processi: l'assedio giudiziario a Silvio Berlusconi è solo in stand-by, pronto a riprendere vigore e intensità (sullo sfondo, il processo Ruby). Così, con una mossa a sorpresa, il Cav sembra orientato a cambiare la sua tattica giudiziaria. L'obiettivo? Provare a svelenire il clima. Di fatto, il presidente del Pdl ha deciso di cambiare il suo collegio difensivo, il suo legale di punta. "Fuori" Niccolò Ghedini, scende in campo il professor Franco Coppi. L'incarico non è ancora stato firmato, ma Coppi - secondo quanto scrive La Stampa - è deciso a prendere le difese di Berlusconi. Un cambio della guardia che avviene proprio alla vigilia della sentenza d'appello su Mediaset e della pronuncia sul caso Ruby. La strategia - Ghedini, nel corso degli ultimi anni, è stato al fianco del Cav nella battaglia contro la magistratura e le toghe rose. Schierato, molto schierato. Forse un po' troppo, ora che il Pdl è impegnato nel delicato esperimento con il governo Letta. E così, come nelle ultime settimane ha deciso di abbassare i toni, il Cav prova a sparigliare le carte del suo team giudiziario, prova a "cambiare pelle". Dietro l'operazione ci sarebbe lo stesso Ghedini, che insieme a Denis Verdini avrebbe chiesto l'aiuto di Coppi.  Le condizioni - L'autorevolissimo professore avrebbe però posto delle condizioni. Al Cav chiede di comportarsi come "un imputato modello", chiede di evitare attacchi alla magistratura e polemiche. Proprio come fece il suo assistito più celebre, Giulio Andreotti, per tutta la durata del processo di Palermo (dove poi venne assolto). E come non fece un altro assistito celebre, don Gelmini: quando cominciò a parlare con la stampa, Coppi lo congedò senza pensarci un minuto di più. I processi - Come detto, le scadenze processuali che riguardano Berlusconi sono stringenti. La prima: il 6 maggio la Cassazione si dovrà pronunciare sulla richiesta di trasferire da Milano a Brescia il processo Ruby (probabile che l'istanza venga rigettata). E, come detto, per fine anno è prevista la sentenza d'appello sul processo Mediaset.  

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