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Il governo regala due miliardialle Regioni sprecone

Il consiglio dei ministri anticipa i trasferimenti sulla sanità ai governatori che devono rientrare dal deficit: pronti 411 milioni per la Calabria e 500 per la Sicilia

Nicoletta Orlandi Posti
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Boccata d'ossigeno per le sei Regioni italiane ancora alle prese con il rientro dal debito sanitario. Il consiglio dei ministri riunito ieri a Palazzo Chigi dal premier Enrico Letta ha infatti deliberato a vantaggio di tali enti l'erogazione di anticipi sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale. A beneficiare dello stanziamento saranno Lazio (540 milioni), Abruzzo (118 milioni), Calabria (411 milioni), Campania (287 milioni), Molise (63 milioni) e Sicilia (500 milioni). Il totale dei finanziamenti erogati dal governo, pertanto, ammonta a poco meno due miliardi di euro. Il consiglio dei ministri ha ritenuto di procedere in questa direzione «tenuto conto del completamento dell'istruttoria compiuta dai Tavoli di verifica degli adempimenti connessi ai Piani di rientro dai deficit sanitari». Individuati i requisiti e «verificato che sussistono i presupposti previsti dal decreto legge per erogare gli anticipi», dunque, «il ministro dell'Economia e delle finanze è stato autorizzato a erogare somme a titolo di anticipo sulle spettanze relative al finanziamento del Servizio sanitario nazionale». A trarre beneficio dagli stanziamenti decisi dal governo non dovrebbero essere solo i servizi erogati direttamente all'utenza ma anche le numerose aziende che vantano crediti nei confronti dell'amministrazione pubblica e che, per via della complessa situazione finanziaria delle Regioni, avevano difficoltà a vedersi riconosciuta la propria spettanza. Il cui ammontare, in certi casi, raggiunge cifre a otto zeri. Comprensibile dunque la soddisfazione degli amministratori locali interessati dal provvedimento. «La decisione presa dal Cdm», spiega il governatore del Lazio Nicola Zingaretti «è per noi, per il sistema sanitario del Lazio, per le imprese i lavoratori, un segnale molto importante. Certifica che sul piano di rientro del deficit finanziario la nostra Regione si sta incamminando sulla giusta via, scegliendo di non tagliare i servizi ma di abbattere gli sprechi». Il collega campano Stefano Caldoro parla invece di «momento di soddisfazione». Dal canto proprio, l'assessore alla Sanità della Regione siciliana Lucia Borsellino è contenta perché «i fondi sbloccati oggi dal Consiglio dei ministri, dopo la verifica del piano di rientro del deficit sanitario e di altri adempimenti, ci permetterà di pagare i fonitori. Buona parte dei 500 mln di euro svincolati serviranno a coprire i debiti con le imprese». Più in generale, per l'assessore della giunta Crocetta, la mossa del governo «è una boccata d'ossigeno importante e utile per l'intero sistema, per i fornitori che potranno incassare i crediti e per la Regione che abbatterà gli interessi sul debito». Restano ancora in alto mare, infine, le pratiche relative alla proroga dei due ecobonus, al 55% per la   riqualificazione energetica degli edifici e al 50% per le   ristrutturazioni edilizie. Nonostante la volontà politica di procedervi ci sia, sono però necessari ulteriori approfondimenti quanto a coperture. Il conto sembra, infatti, salito rispetto alle ipotesi cirfcolate nei giorni scorsi, che parlavano di circa 80 milioni per ognuna delle due proroghe. Tutt'altri i calcoli portati al Consiglio dei ministri dal responsabile dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato. Solo per la proroga di sette mesi delle detrazioni al 55% per l'energia e al 50% per l'edilizia sarebbero necessari infatti circa 200 milioni. Di qui lo stop arrivato dal ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. La discussione, quindi, è ancora aperta. C'è addirittura chi vorrebbe riuscire a stabilizzare il pacchetto, quantomeno quello relativo agli incentivi energetici, nonostante gli elevati costi. Chiara Giannini

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