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Il Fatto quotidiano verso la quotazione in Borsa

Marco Travaglio

Un comitato sta valutando l'ingresso a Piazza Affari. Intanto sono previsti tagli dei costi dell'edizione cartacea

Eliana Giusto
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Il Fatto quotidiano presto quotato in Borsa? Sembra che l'approdo nel mercato azionario, come scrive oggi Milano Finanza, sia vicino. Tanto che sarebbe già stato costituito un comitato tecnico di gestione che deciderà entro fine anno e che è composto dall'ad della Editoriale Il Fatto Cinzia Monteverdi, Marco Tarò, direttore generale del Gruppo editoriale, Mauri Spagnol, azionista attraverso Chiare Lettere, il socio Luca D'Aprile e gli esponenti del collegio sindacale Claudio Menna e Raffaele Fantasia.  Il comitato - La Monteverdi sarebbe però perplessa perché  "in questo momento" le "condizioni del mercato invitano a una forte cautela in merito a operazioni di quotazione" mentre gli azionisti non giornalisti della testata (55.817 copie diffuse) come D'Aprile, Bruno Tinti e l'editore Aliberti spingono invece nella direzione opposta e sostengono che "sia importante effettuare della analisi più approfondite al riguardo" e "analizzare anche progetti che possano essere alla base di una richiesta di capitali". Non si sa ancora come la pensino sulla quotazione il direttore Antonio Padellaro, il vicedirettore Marco Travaglio e Peter Gomez (direttore del sito web). Di sicuro la casa editrice del Fatto ha i conti in ordine per accedere a Piazza Affari, avendo sempre chiuso i bilanci in utile. Tagli e sviluppi - Ma ci sono anche altre novità. Pare infatti che il Fatto da una parte voglia sviluppare l'attività online con un nuovo progetto multimediale e televisivo sul quale sta lavorando Gomez e che potrebbe coinvolgere anche Carlo Freccero, dall'altro tagliare i costi esorbitanti dell'edizione cartacea, dal personale impiegato per l'edizione domenicale, alla foliazione, all'affitto degli uffici.

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