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Anna Esposito: riaperto il caso sul suicidio della poliziotta "che sapeva tutto su Elisa Claps"

Elisa Claps

Il fratello della Claps aveva rivelato: "Sapeva dov'era sepolto il corpo"

Francesca Canelli
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Anna Esposito fu trovata impiccata alla maniglia della porta il 12 marzo 2001. Commissario capo, dirigente della Digos della questura di Potenza, madre di due bambine, ci furono diverse indiscrezioni secondo le quali l'agente sapeva dove era sepolta Elisa Claps. Altro caso che tenne l'Italia col fiato sospeso: il corpo della ragazza fu trovato 16 anni dopo la scomparsa e dell'omicidio venne infine accusato Danilo Restivo. Sul caso di Anna, al pm Sergio Marotta furono concessi 6 mesi per le indagini, in base all'ipotesi di omicidio volontario.  L'archiviazione - Alla fine l'archiviazione: si è trattato di suicidio. A poco valse il fatto che imbrigliarsi alla maniglia di una porta è uno strano modo per suicidarsi, che i piedi toccavano a terra, che la fibbia della cintura si trovava sulla parte anteriore del collo e non dietro, come sarebbe stato normale. E inascoltate furono anche le dichiarazioni del fratello della Claps a Chi l'ha visto, quelle in cui raccontava che Anna avrebbe confidato alla mamma dov'era il cadavere di Elisa Claps, solo pochi giorni prima di morire. Le indagini si fermarono, perché nulla era emerso dalle relazioni amorose di Elisa con un giornalista, dalla vita familiare della ragazza e dalle ultime ore di vita prima che venisse trovata nel suo appartamento nella caserma Zaccagnino.  Dopo 12 anni - Ma ora le indagini si riaprono. Dopo che un'inchiesta aveva stabilito l'inesistenza di collegamenti con il caso Claps, sono emersi nuovi elementi. La nuova indagine riparte da un'inchiesta svolta dalla Gazzetta del Mezzogiorno su particolari mai sviluppati dopo la morte di Anna Esposito e sulle carte depositate a Salerno, riguardanti il caso Claps e la condanna di Restivo a trent'anni di carcere.

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