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Morte di Bevilacqua: quattro indagati per omicidio colposo

Alberto Bevilacqua

Mesi fa i legali della famiglia dello scrittore avevano presentato una denuncia per lesioni

Eleonora Tesconi
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E' di omicidio colposo l'ipotesi di reato che riguarda quattro medici della clinica Villa mafalda, i primi a finire nel registro degli indagati della procura di Roma nell'inchiesta sulla morte dello scrittore 79enne Alberto Bevilacqua, deceduto lo scorso lunedì 2 settembre dopo un ricovero di undici mesi. L'iscrizione, come atto dovuto in attesa dell'esame autoptico, riguarda l'ex direttore sanitario della clinica, Mario Maggio, e i professori Antonio Ciccaglioni, Claudio Di Giovanni e Giuseppe Gentile, che hanno avuto in cura lo scrittore durante la sua degenza e fino al decesso.  La denuncia - Qualche mese fa, gli avvocati Giuseppe e Maria Rosa Zaccaria, legali della signora Michela Malauso, in arte Miti, compagna di Bevilacqua, avevano presentato in procura una denuncia contro ignoti per lesioni colpose, ritenendo che la struttura sanitaria non fosse adeguata alle esigenze dello scrittore, ricoverato l'11 ottobre 2012 per uno scompenso cardiaco. Bevilacqua si era aggravato per aver contratto un'infezione. Poi, dopo la sua morte, gli stessi legali sono tornati alla carica sollecitando l'autopsia perché convinti che il decesso sia stato provocato da cure e terapie inadeguate. La controparte - La Casa di Cura Villa Mafalda, dove è deceduto lo scrittore dopo il lungo ricovero, "ribadisce fortemente la correttezza dell'operato dei propri sanitari, già evidenziato chiaramente dalla perizia disposta dall'autorità giudiziaria che ha riconosciuto, senza alcun dubbio, l'ineccepibilità della cure prestate al prof. Alberto Bevilacqua, sconsigliandone addirittura il trasferimento presso altra struttura".

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