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Isis, l'Italia il prossimo obiettivo dopo il cambio delle politiche migratorie

Andrea Tempestini
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Sui siti della galassia jihadista, all'indomani della strage di Barcellona, è partito l'ordine: "Il prossimo Paese da attaccare è l'Italia". Non una minaccia, si badi bene, ma un ordine, confermato anche da Site, il portale che monitora l'intera attività jihadista online. E l'Italia, ora, ha davvero paura. Il sospetto è che la "pax" sia terminata a causa delle nuove politiche sull'immigrazione, più stringenti e in grado di interrompere il ruolo da "ponte" che il nostro Paese ha sempre svolto tra l'Africa e l'Europa. Insomma, se non serviamo più nemmeno a quello - questa la sintesi del pensiero jihadista - dobbiamo essere ammazzati. Colpiti. Il punto è che una accreditata tesi è che, fino ad oggi, il terrorismo islamico ci abbia "risparmiato" proprio per evitare un inasprimento delle politiche migratorie, poiché proprio dallo Stivale possono "entrare" orde di terroristi e foreign fighters. Ma ora che le carte in tavola sono cambiata, il Califfato ha scelto di premere il dito sul grilletto.

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