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Reggio Emilia, liberato lo stupratore pakistano: "Vada a casa del giudice"

Margherita Fedocci
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Il pakistano accusato di aver violentato un minorenne disabile a Reggio Emilia, come è noto, è stato liberato. Il giudice ha disposto gli arresti domiciliari con obbligo di firma per due volte al giorno, così come da richiesta avanzata dall'imputato. Domiciliari sì, peccato però che non abbia una fissa dimora né qualcuno che lo voglia ospitare in pianta stabile (ed è difficile stupirsene). Secondo quanto si è appreso, l'uomo sarebbe saltuariamente ospite nella casa di alcuni amici. Allo stupratore è stato comunque imposto il divieto di avvicinamento alla vittima, oltre naturalmente al divieto di espatrio. In questo contesto, ovviamente, infuriano le polemiche: "Questo è un segnale grave di una giustizia con la g minuscola, non più tollerabile per noi", ha dichiarato Roberto Mirabile, presidente dell'Associazione La Caramella Buona, promotrice di una manifestazione di protesta contro la liberazione dell'immigrato. Mirabile ha inoltre commentato la richiesta dei domiciliari avanzata dall'accusato: "Primo, avrebbe dovuto chiedere di andare in carcere. Secondo, è comprensibile che nessuno lo voglia ospitare. Lo ospiti a casa sua un giudice garantista", ha concluso

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