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Cecchi Gori condannato a 7 anniper il crac di 600 milioni della Finmavi

Il produttore condannato per la bancarotta della Finmavi, la cassaforte di famiglia. È la seconda sentenza di colpevolezza in otto mesi. Per lui scatta pure l'interdizione

Ignazio Stagno
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 Una settimana da dimenticare per Vittorio Cecchi Gori. Pochi giorni fa la cessione al produttore Massimo Ferrero dei suoi 15 cinema nella Capitale, oggi la condanna per il crac della Finmavi, la cassaforte di famiglia che ha dichiarato fallimento nell'ottobre 2006 con un passivo di 600 milioni di euro. Cecchi Gori paga caro il crac. Il tribunale di Roma lo condanna a sette anni di reclusione. Per l'ex patron della Fiorentina il 2013 sarà un anno da dimenticare. Quella per il crac della Finmavi è la seconda sentenza di colpevolezza nel giro di 8 mesi. A febbraio scorso i giudici l'avevano condannato a sei anni per un' altra bancarotta, quella da 24 milioni della Safin Cinematografica. Anche il braccio destro del produttore, il commercialista Luigi Barone è stato condannato a 5 anni per il fallimento della Safin, oggi ne ha avuti altri cinque e mezzo  per il crac della Finmavi. Per entrambi gli imputati sono scattati l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'obbligo di risarcire in sede civile la Finmavi e la Cecchi Gori Group. Il tribunale infine, ha ordinato la confisca delle quote sequestrate a suo tempo alla Cecchi Gori Cinema e Spettacolo e alla società Vip 97, che ha tra i suoi beni il palazzo di piazza della Fontanella Borghese, uno degli immobili più prestigiosi di Roma dove ha vissuto anche Valeria Marini. 

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