Sospetti, amici, pure gli inquirenti: tutti dovranno fare il test del Dna

Conferito dal gip l’incarico ai periti per il maxi incidente probatorio su tutte le analisi genetiche. Si sottoporranno all’esame anche le gemelle Cappa e persone che frequentavano Stasi e Sempio
di Claudia Osmettisabato 17 maggio 2025
Sospetti, amici, pure gli inquirenti: tutti dovranno fare il test del Dna
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Tecnicamente l’incidente probatorio (lo spiega qualsiasi corso di diritto processuale penale) serve ad acquisire una prova prima del dibattimento, cioè ad anticiparne la formazione per impedire che il tempo la smarrisca o la alteri. C’è qualcosa di paradossale, messa così la faccenda, nel passaggio (per carità: giustificato e pienamente legittimo) di ieri mattina nell’aula della gip Daniela Garlaschelli a Pavia. Tanto per cominciare questa rischia di essere una corsa contro il tempo, ma nel senso che sono passati quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco: e poi qui, le evidenze utili a un nuovo processo, continuano a essere risicate (anche l’imbeccata del super-testimone che, di fatto, ha riaperto i faldoni, qualche ombra se la trascina dietro: ci torniamo).

È una mattinata di sole quando, all’entrata del tribunale di Pavia, in un capannello di fotografi e reporter, si fanno largo gli avvocati delle parti, i consulenti e i periti. Si tratta di una piccola folla nella folla, ma calderone dei campioni si allarga (vi rientrano anche quelli di Marco Panzarasa, il miglior amico di Stasi, di Alessandro Biasibetti, degli amici di Sempio Roberto Freddi e Mattia Capra, delle due gemelle Cappa, Stefania e Paola, e addirittura di tre ufficiali dei carabinieri, l’allora comandante provinciale Giancarlo Sangiuliano, il maggiore Marco Pizzamiglio e il capitano Gennaro Cassese, e del medico legale della prima indagine Marco Ballardini) e un po’ perché i resti di dna ritrovati non riguardano più solo il materiale sotto le unghie della vittima ma anche dei frammenti rinvenuti su un tappetino del bagno, su una confezione di Estatè, su uno yogurt Fruttulo e su altri prodotti (cereali, biscotti) della colazione. Proprio la mole di oggetti rende necessaria la comparazione coi profili delle Cappa che, altrimenti, sarebbe del tutto inutile dato che il resto del materiale è maschile.

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"Nel computer o sulle chiavette potreste trovare un mio scritto sul delitto di Garlasco. È un vecchio artico...


Per il secondo fronte, quello delle impronte, seppure esclusa la rilevaza dattiloscopica, passerà al microscopio tutti i cosiddetti “para-adesivi” (i “nastri” che permettono di raccogliere tracce e particelle) impiegati durante la prima indagine con lo scopo di cercare anche lì il dna. Il termine per presentare le perizie è fissato a novanta giorni. Per saperne di più, quindi, bisogna aspettare e chi ha aspettato più di tutti nella vicenda è il solo condannato in via definitiva. «Alberto vive questo momento con grande speranza e un po’ di paura», si lascia sfuggire il suo difensore, Antonio De Rensis, prima di entrare in tribunale, «tutte le persone che hanno sofferto e credono di soffrire in maniera ingiusta ganno paura di svegliarsi e dire: “No, non sta succedendo niente”». Qualcosa sta succedendo, è indubbio («L’ipotesi di una revisione, in caso di novità, per noi è al momento in secondo piano», ammette però lo stesso De Rensis): il problema è capire in quale direzione perché al di là dell’eco mediatica che sta travolgendo gran parte della cronaca nera, nel “caso Garlasco” pare che più si scavi più si sollevino quesiti. Fanno discutere, per esempio, le figure delle sorelle Cappa: pronte a farsi fotografare (allora) mentre portano un ricordo floreale a Chiara e riservatissime.

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