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Firenze, la bandiera neonazista nella caserma dei carabinieri: per il procuratore militare forse non c'è reato

Giovanni Ruggiero
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Dopo lo scandalo della bandiera neonazista trovata in una stanza della caserma Baldissera di Firenze, sede del sesto battaglione dei Carabinieri, è partita l'indagine interna voluta dai responsabili dell'Arma. Sarebbe stato individuato il militare che occupa quella stanza e a breve sarà ascoltato per capire se sia stato lui ad affiggere quel vessillo al muro.  Nonostante però l'indignazione del mondo politico, l'indagine interna potrebbe avere un esito meno grave di quanto sperato. Ai microfoni di RadioRai, il procuratore militare Marco De Paolis ha già chiarito che la vicenda non comporta: "Nessun reato, ma problema disciplinare e grande problema culturale. Al momento - ha aggiunto - sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto non c'è nulla che faccia pensare alla violazione di una norma penale militare. Però ho dato disposizioni affinché si verifichi se invece vi siano gli estremi per configurare un qualche reato". Per approfondire leggi anche: La bandiera neonazista nella caserma dei carabinieri: il video che ha scatenato il caso - VIDEO "La norma secondo la quale è reato esporre un vessillo che evochi il nazismo vale per i civili e non specificamente per i militari - spiega ancora De Paolis - per il quale dunque il militare di Firenze potrebbe essere indagato dalla procura ordinaria ma non da quella militare- Penso che sia più un grande problema di natura disciplinare e culturale", dice il procuratore che aggiunge: "La questione è capire cosa significa un simbolo del genere, soprattutto per un militare, credo che ci sia da interrogarsi sulla formazione culturale dei giovani prima e dei militari poi".

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