Vegani, il trionfo della bistecca: due su tre sono tornati carnivori
È la rivincita della bistecca. Al sangue, alla griglia, non troppo salata: il contorno a piacere. Due italiani su tre sono tornati alla carne, e tanti saluti anche alle diete vegetariane che per anni avevano messo al bando la salsiccia. Avete presente il vegano medio? Quello scherzosamente rappresentato da Crozza, che allo spezzatino preferiva la melanzana e la cotoletta non la voleva vedere nemmeno dipinta? Ecco, stando agli ultimi dati Eurispes sbandierati ieri da Coldiretti pare si sia “pentito”. Nel senso: i consumatori che non comprano dal macellaio quest'anno hanno subito un calo vertiginoso, passando dal 3% del 2017 al risicato 0,9 attuale. Tutti pazzi per la bresaola. Intendiamoci, i duri e puri della verdura a ogni costo esistono ancora: ma sono appena 460mila in tutto lo Stivale, e non sono nemmeno ben visti da amici e conoscenti. Il 49,4% di noi, infatti, considera le loro scelte, forchetta alla mano, quantomeno radicali. Per non dire in alcuni casi addirittura fanatiche. UNA SVOLTA È tutto un “magna magna”. Di alette di pollo e salmì, però. Così, di contro, siamo alle prese con un'inversione di tendenza che gli esperti del settore bollano come “storic”: da gennaio a questa parte, la spesa delle famiglie tricolori davanti al banco carne del supermercato è aumentata del 5%. Non succedeva dal 2012. Sarà che la "moda" vegan è passata in secondo piano, sarà che la crisi ha smesso di alleggerirci il portafoglio (pure quello conta), sarà che gli spauracchi di quanti consideravano arrosticini et similia un rischio per la salute sono stati smontati allarme dopo allarme: ma il risultato è che allevatori e contadini possono tirare un respiro di sollievo. Cresce maggiormente la richiesta di carne bovina (+5%), pollame e maiale seguono a ruota (+4% entrambi) e il “made in Italy” vuole la sua parte anche dal salumerie. Da Sondrio a Palermo, i clienti della bistecca preferiscono gli allevamenti italiani (il 45% della popolazione legge con attenzione l'etichetta prima di passare alla cassa), il 29% sceglie prodotti locali e il 20% non si mette nel piatto nulla che non sia stato bollato prima col marchio Dop o Igp. Leggi anche: Horror: burger vegani ritirati dal supermercato, perché... «Si tratta di una domanda di trasparenza che va soddisfatta estendendo l'obbligo di indicare la provenienza anche nella ristorazione fuori casa, dove oramai si concentrano più del terzo dei consumi alimentari nazionali», spiega il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo presenziando all'evento che non poteva avere un nome diverso: il BisteccaDay, che ha visto la partecipazione anche del ministro degli Interni Matteo Salvini. «Al momento», specifica Moncalvo, «l'obbligo dell'etichetta di origine per la carne vige solo nel commercio al dettaglio». Come a dire, mangiamo più fiorentine ma vogliamo che siano chianine certificate. Altrimenti che gusto c'è? E se, va sottolineato, i consumi di carne procapite da noi sono ancora tra i più bassi d'Europa (consumiamo 79 chili di carne a testa all'anno, i danesi se ne pappano 109,8), pazienza. È la qualità che fa la buona forchetta. Su questo, possiamo dirlo senza inutili vanterie, non ci batte nessuno. PASSIONE BRACE E poi parliamoci chiaro: la primavera agli sgoccioli, il caldo che inizia a farsi sentire, chi resiste a una grigliata ben fatta? Non a caso sono 9,6 milioni i connazionali alle prese con la brace di inizio estate. Bracerie, forni, spiedi: stanno tutti (ri)vivendo un periodo d'oro. A netto scapito di quelli che «io solo un'insalatina», e magari persino scondita. Ché di fake news sull'argomento ne è piena la rete, ma bisogna saperle schivare: «A spingere le convinzioni alimentari sono spesso notizie false che rimbalzano sui social», chiosa Moncalvo, «eppure non esiste nessuno studio che prove che mangiare carne, nelle giuste quantità, sia dannoso. Al contrario, i vantaggi di una dieta completa che la comprende sono scientificamente indiscussi. È proprio l'alimentazione mediterranea che ha garantito fino ad ora all'Italia una speranza di vita da record». Tocca non esagerare, ovvio. Se ne sono accorti anche gli strenui difensori delle zucchine sott'aceto. Sono sempre di meno. di Claudia Osmetti