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Massimo Bossetti, il ribaltone a 4 mesi dalla Cassazione: "Il dna di una terza persona". Caso riaperto?

Davide Locano
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Un indizio pesantissimo per chi crede nell'innocenza di Massimo Bossetti. Secondo il professor Peter Gill, padre della genetica forense con cattedra all'università di Oslo, un assoluto luminare sulle ricerche legate al Dna sui luoghi di un delitto "oltre al Dna nucleare di Massimo Bossetti e al Dna mitocondriale di Yara c'era per forza il mitocondriale di una terza persona". Una bomba. Una granitica certezza in grado di riaprire il caso. Leggi anche: Massimo Bossetti, la prima foto fuori dal carcere Gill era stato contattato come consulente della difesa del carpentiere di Mapello condannato in secondo grado all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio e ha parlato con la troupe del documentario Unknow1, nel quale in otto episodi verrà raccontato il caso della 13enne di Brembate Sopra. "Doveva per forza esserci una terza persona", ha affermato il luminare. Bossetti e i suoi difensori, infatti, hanno sempre contestato la validità dell'esame del Dna e sono in attesa del processo in Cassazione, il cui inizio è previsto per il 12 ottobre.

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