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Pesaro, riesumavano i cadaveri per rubare pacemakers. Smantellata organizzazione che lucrava sul business del caro estinto

Cinque arresti e 27 indagati tra necrofori, medici e impiegati di ditte di onoranze funebri. Guadagnavano fino a 10mila euro al mese

Roberto Procaccini
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Riesumavano e sezionavano le salme per rubare i presidi sanitari, come i pacemakers. Vendevano alle famiglie dei morti vestiti, scarpe e paramenti per la sepoltura, a cifre che arrivavano fino a 500 euro, senza dare neanche un centesimo alla struttura ospedaliera per la quale lavoravano. Era un'organizzazione trasversale tra necrofori dell'ospedale San Salvatore di Pesaro, medici e dipendenti di ditte di onoranze funebri, che lucrava sul business del caro estinto. La procura della cittadina marchigiana, dopo due anni di indagini, l'ha oggi smantellata emettendo misure restrittive per sette persone (cinque agli arresti) e denunciandone altre ventisette. I reati ipotizzati sono truffa aggravata, esercizio abusivo della professione medica e rivelazione d'ufficio. Le indagini hanno svelato come i necrofori dell'ospedale San Salvatore riuscissero a guadagnare fino a 10mila euro al mese grazie alle attività illecite, che svolgevano in orario di lavoro. Ai domiciliari anche due oepratori cimiteriali, che dirigivano la riesumazione delle salme in cambio di ricompense.

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