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Ponte Morandi, dopo il crollo il sospetto sugli stralli: perché non li hanno sostituiti

Gino Coala
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A far crollare all'improvviso il ponte Morandi alle 11.50 del 14 agosto potrebbe esser stato un cedimento degli stralli in cemento armato. L'attenzione degli addetti ai lavori si concentra sui tiranti della struttura, non in acciaio, ma in cemento armato, un'innovazione introdotta proprio dall'ing. Riccardo Morandi negli anni '60. Leggi anche: Ponte Morandi, il governo accusa Autostrade per l'Italia: "I colpevoli hanno un nome e cognome" Il giorno dopo la tragedia di Genova, l'ipotesi di diversi tecnici ritrova corpo anche sulla base di un retroscena emerso nelle ultime ore su alcuni lavori di ristrutturazione, poi rinviati. Come riporta Repubblica, un paio di anni fa alcuni degli stralli erano stati "rivestiti" e ne era stata discussa la sostituzione. Un intervento che sarebbe costato circa 35 milioni di euro. Ma l'operazione era stata rinviata, perché non erano state rilevate situazioni di pericolo. Solo lo scorso maggio era stata bandita una gara, proprio per la sostituzione degli stralli, per un costo di 20 milioni di euro e con una procedura ristretta per accellerare i tempi. Una fretta che ora alimenta i sospetti.

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