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Ponte Morandi, il terrore sull'altra struttura dell'ingegnere ad Agrigento: "Abbattetelo"

Gino Coala
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"Sempre più pressante l'ipotesi della demolizione del viadotto Morandi di Agrigento". Lo conferma il sindaco della città dei templi, Calogero Firetto, che, dopo i tragici fatti di Genova, ha sollecitato per il 7 settembre un confronto presso la Sala Giunta del Comune sulla sorte del ponte 'Akragas' questo il suo nome, risalente al 1970 e chiuso nel 2017 dopo la segnalazione degli evidenti segni di deterioramento e degrado documentati dall'associazione Mareamico, con il successivo avvio di un inchiesta da parte della procura. Fino ad allora aveva unito la città col costone occidentale su cui sorgono Villaseta e Monserrato e portava alla statale 115 verso Porto Empedocle e Sciacca e Trapani. Leggi anche: Ponte Morandi, il terrore in Italia dopo il crollo di Genova: a rischio il 60% dei viadotti Per il primo cittadino, l'Anas - che ha da tempo avviato un corposo piano da 30 milioni di euro per interventi strutturali di risanamento - condivide "la necessità di riconsiderare i costosi interventi di manutenzione previsti e di rivalutare percorsi alternativi". Saranno valutati l'utilità del ponte Morandi e il suo impatto ambientale, i costi dei lavori per la messa in sicurezza e la loro efficacia nel tempo, l'opportunità dei percorsi alternativi già proposti a suo tempo dall'amministrazione comunale e il diverso tracciato studiato da Anas, oltre che, appunto, l'ipotesi della demolizione del ponte. A questo primo Tavolo parteciperanno la Soprintendenza ai Beni culturali, l'ente Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, l'Ispettorato ripartimentale delle Foreste, il Genio civile e il Libero consorzio di Agrigento.

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