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La zanzara che ha già fatto sette morti (tutti in Italia)

Matteo Legnani
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L' ultimo a contrarre la "West Nile", ossia "la febbre del Nilo", è stato un signore veronese di 64 anni che stava trascorrendo le vacanze sulle montagne della Val Badia, in Alto Adige. I sintomi sembravano quelli di una semplice influenza: febbre, mal di testa e nausea. In poche ore la situazione è precipitata. Sono sopraggiunti problemi neurologici ed è scattato il ricovero in condizioni critiche nel reparto di rianimazione dell' ospedale San Maurizio di Bolzano. I test di laboratorio non hanno lasciato dubbi: il paziente era stato infettato da una zanzara portatrice del virus. Dopo essere stato sottoposto a una serie di controlli, l' uomo è stato trasferito all' ospedale veronese di Borgo Trento. Il quadro clinico è grave. Il paziente, fanno sapere i medici di Bolzano, non avrebbe contratto la febbre del Nilo in Alto Adige, bensì in Veneto nei giorni precedenti. È a Nordest comunque che è esploso l' allarme "West Nile". In effetti, i numeri di quest' estate fanno impressione. In Veneto, stando agli ultimi dati diffusi alla vigilia di ferragosto dalla Regione, si registrano 3 morti e 84 contagiati ufficiali (ossia persone prese già in carico dagli ospedali), di cui 25 gravi. Fino al 7 agosto i contagi erano 51, di cui 19 in forma grave, cioè neuroinvasiva. Dunque, in appena una settimana i casi sono aumentati esponenzialmente. Località balneari - Il virus del Nilo viene trasmesso soprattutto dalle zanzare del genere Culex, le più diffuse. L' elevata umidità che da due mesi soffoca il Polesine e il litorale veneziano ne ha favorito la proliferazione. A luglio le prime larve di zanzara infette sono state isolate a Ceggia, Caorle e Jesolo, una delle località balneari più frequentate della costa veneta e che oggi - dopo che le preoccupanti notizie sulla "West Nile" sono rimbalzate sulla stampa estera - si trova a fronteggiare alcune disdette da parte soprattutto di turisti tedeschi e austriaci. Il Comune, per scongiurare che le rinunce alle vacanze si moltiplichino, ha inviato un comunicato ai media stranieri per dire che a Jesolo non c' è nessun allarme. «Nella nostra o in altre località della costa veneziana non è c' è alcuna emergenza e non è stato registrato nessun morto» dice Flavia Pastò, l' assessore comunale al Turismo. Il collega regionale leghista alla Sanità, Luca Coletto, spara invece a zero sui media tedeschi e austriaci: «Si tratta di un allarme destituito di ogni fondamento, dettato da ignoranza, sensazionalismo o, peggio ancora, da premeditazione a sfondo commerciale. Preconfezionare bufale è una tradizione di certa informazione teutonica come quando, anni fa, un giornale tedesco titolò "Alghenpest" \ mentre i suoi lettori e i loro connazionali facevano beatamente il bagno sulle coste venete. Le bugie di "oe24.at." o di "Tiroler Tageszeitung" tali sono e tali restano». Controlli a tappeto - In Emilia Romagna i decessi dovuti alla febbre del Nilo sono stati quattro, l' ultimo il 10 agosto. A morire è stata una donna di 85 anni già debilitata da altre patologie. Nella sola Bologna sono 18 le persone che dall' inizio di luglio hanno contratto la "West Nile". A queste si aggiungono sette donatori di sangue nei quali è stato riscontrato il virus presente in modo asintomatico. A Pordenone, in Friuli, sono invece quattro le persone contagiate. Resta da confermare un quinto caso da "Usutu virus": sarebbe il primo in regione. «È un virus della stessa famiglia di quello del Nilo. Lo abbiamo rilevato in una sacca di sangue» ci spiega il dottor Massimo Crapis, direttore dell' unità operativa di infettivologia dell' Aas 5 di Pordenone. «Potrebbe trattarsi di un falso positivo, ma ormai per non correre rischi sottoponiamo tutte le sacche a controlli da West Nile». di Alessandro Gonzato

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