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Benetton, la vendetta popolare dopo il crollo del ponte Morandi: "A Cortina quando li vedono..."

Gino Coala
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L'onda lunga del disastro di Genova arriva anche a Cortina d'Ampezzo, il buen retiro agostano della famiglia Benetton. È Repubblica a raccontare il clima che si respira, l'aria di "vendetta popolare" per i potentissimi imprenditori del cui impero fa parte anche Autostrade per l'Italia, la società responsabile del crollo del ponte Morandi in cui hanno perso la vita 43 persone lo scorso 14 agosto. Le cronache parlano di feste in discoteca e pranzi di famiglia a Ferragosto, con i Benetton "prostrati" ma imperterriti nel celebrare i loro riti mondani mentre a Genova si scavava tra le macerie.  Leggi anche: Autostrade, così la guerra ai Benetton mette a rischio le pensioni: l'allarme, chi rischia la rovina I commenti, nei bar e per le strade, sono durissimi: "Manco so' andati ai funerali, manco hanno avuto il coraggio di prendersi li fischi", Sono una tribù di figli e qualcuno potevano mandare. Non l'hanno fatto". D'altronde, i comunicati gelidi e ritardatari non hanno contribuito a rendere i Benetton "simpatici", che a Cortina hanno comunque sempre considerato spregiativamente i "paròn", i padroni che tutto possono. La stessa tensione si avverte a Treviso o a Ponzano Veneto, le altre "capitali" dei Benetton. E Giuliana, la sorella di Gilberto e Luciano, scrive Repubblica, si ritrova oggi "inseguita da occhiate e sfottò lungo corso Italia".

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