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Marcello Veneziani: "Il comunismo è tornato ed è nero". Sentenza definitiva su sinistra e immigrati

Caterina Spinelli
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"Se è vero che torna il fascismo di Mussolini e Hitler è ugualmente vero che torna il comunismo di Lenin, quello che vede nei migranti il proletariato da riscattare". Parola di Marcello Veneziani che, sulle pagine de Il Tempo, demolisce quel cinema, quella letteratura e quella politica troppo spesso impegnati in inutili allarmismi. "La storia ci insegna che il fascismo nacque proprio dal comunismo, per contrastare quella rivoluzione che minacciava la nostra società". E a chi crede che il fascismo sia un ritorno alla primordialità, Veneziani replica: "la controrivoluzione fascista fu il tentativo di fondare una nuova modernità e di sposare la rivoluzione con la tradizione, che va dal Risorgimento alla Romanità. Non si potrebbe capire il fascismo senza la guerra, senza la disfatta della classe liberale e senza il biennio rosso, tra violenze, odio contro i borghesi e i reduci di guerra". Leggi anche: Marcello Veneziani rivela una sbalorditiva verità: "Il sovranismo ci salverà" Il giornalista torna poi al presente, chiedendosi se l'attuale crisi dell'Europa e la minaccia di aprire le frontiere per far entrare i migranti, possano ripetere le condizioni per la nascita di un nuovo fascismo: "Quella del comunismo è un'immigrazione che non ha concorso a costruire il nostra habitat ma che può concorrere a sfasciare. Dico concorrere perché a sfasciarlo ci pensiamo già da noi stessi. Basta questo per chiamarlo comunismo? Non lo so, ma per molto meno si evoca il fascismo. Se esiste l' Ur-fascismo, cioè un fascismo eterno, esiste l' Ur-comunismo cioè un comunismo eterno. Mutano le forme, icon testi, perfino i colori, perché il rosso si fa nero e il nero si fa verde; ma si rigenerano i fratelli coltelli del Novecento. Se credete ai fantasmi, allora ci sono pure a casa vostra".

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