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Massimo Bossetti, la Cassazione conferma l'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio

Cristina Agostini
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Per Massimo Bossetti non c'è più speranza. La Corte di Cassazione ha infatti confermato l'ergastolo per il carpentiere di Mapello condannato per l'omicidio di Yara Gambirasio la tredicenne scomparsa da Brembate di Sopra, nel Bergamasco, il 26 novembre 2010 e ritrovata morta in un campo a poca distanza dal suo paese 3 mesi dopo.  La prima sezione penale della Cassazione, dopo oltre tre ore di camera di consiglio, ha dichiarato inammissibile il ricorso  dell'imputato, che è detenuto nel carcere di Bergamo. La Suprema Corte ha confermato invece l'assoluzione di Bossetti per il reato di calunnia ai danni di un suo collega. Leggi anche: Un'altra bomba su Bossetti a poche ore dalla sentenza: la nuova (pesante) accusa "Era meglio che lui stesse zitto fin dall'inizio e che nessuno parlasse di questo caso. Siamo passati dalle 16 ore della camera di consiglio di Brescia alle tre della Cassazione, questa è la giustizia italiana", commenta il legale di Bossetti, Claudio Salvagni. "Leggeremo le motivazioni, le decisioni si rispettano e si impugnano nelle sedi opportune. In questo momento dobbiamo solo piegarci a questa sentenza, ma continuiamo a credere che Massimo sia innocente". Quindi aggiunge che "il processo mediatico nuoce: ci voleva molto coraggio a prendere una decisione contro la sentenza d'appello". "Questa è la 39esima volta che un giudice dice che Bossetti è colpevole; giustizia è stata fatta ma non c'è soddisfazione", dice Andrea Pezzotta, legale dei genitori di Yara, al microfono della trasmissione Quarto grado.

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