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Benito Mussolini, l'ultimo delirio dell'Anpi: denunciare gli edicolanti che espongono il calendario del Duce

Davide Locano
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«Trenta giorni ha Novembre, con April, Giugno e Settembre. Di ventotto ce n' è uno, tutti gli altri ne han trentuno». Chi, da bambino, non ha imparato questa famosa filastrocca? Ma se i mesi non cambiano mai, i calendari, invece, non sono tutti uguali. Ce n' è uno, in particolare, che a qualcuno sembra non andare proprio a genio. Il calendario in questione è quello di Benito Mussolini. E a non digerirlo, pensa un po', è la solita Anpi, l' associazione dei partigiani. La storia, questa volta, si svolge in Toscana. Succede che la fine dell' anno si avvicina e quindi, in alcune edicole di Viareggio, ha fatto capolino l' immagine del Duce. Non è una grande novità, a dire il vero. L' almanacco del capo del fascismo viene infatti pubblicato da moltissimi anni. Gli attivisti dell' Anpi, però, non riescono a farsene una ragione. E così sono passati al contrattacco. Leggi anche: Disastro-Moretti in tv: elogia Mussolini ma non se ne accorge «L'Anpi provinciale e la sezione Anpi di Viareggio», si legge in un comunicato, «esprimono massima amarezza e sdegno nel vedere esposto in alcune edicole il calendario celebrativo della figura di Benito Mussolini». Poi l' avvertimento: ritenendo «tali fatti perseguibili per apologia di fascismo e in contrasto con i valori costituzionali, facciamo appello alla coscienza di tutti i gestori delle edicole invitandoli a non esporlo e a restituirlo al mittente». Insomma, hai una rivendita di giornali e ti arriva il calendario del Duce? Rimandalo indietro. Altrimenti rischi che l' associazione dei partigiani ti metta all' indice o, peggio, ti denunci per apologia. Quella dell' Anpi può sembrare, nel migliore dei casi, una battaglia di retroguardia. Ma la realtà è che gli antifascisti sono sempre alla disperata ricerca di un nemico da combattere. Ai proclami sul Salvini dittatore non crede praticamente nessuno, così, in mancanza di camicie nere pronte a marciare su Roma, bisogna accontentarsi di quello che capita. Anni fa qualcuno aveva proposto di cancellare la scritta "Mussolini Dux" dall' obelisco del Foro Italico. Poi c' era stata la rimozione dei fasci littori dalla facciata del teatro Fenaroli di Lanciano. Ora tocca ai calendari. Nonostante lo «sdegno» dei partigiani, comunque, è difficile che le vendite dell' almanacco si fermino. In rete si può già trovare l' edizione del 2019. E ci sono ancora anche quelle degli anni passati. A leggere le recensioni, poi, sembra che i clienti siano soddisfatti. «Molto bello nella grafica e nei colori», si legge, «sembra un libro e contiene molti spunti storici e foto mai viste prima». E ancora: «Bellissimo! Si sfoglia con piacere e curiosità. Ci sono molte notizie». Si tratta di nostalgici? Forse sì. Ma davvero, a quasi settantaquattro anni dalla morte di Mussolini, bisogna ancora avere paura di un calendario? di Alberto Busacca

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