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Cesare Battisti, com'era conciato quando lo hanno arrestato

Matteo Legnani
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Lo hanno beccato che era appena uscito di casa, maglietta e pantaloni di cotone blu. Le 17 di sabato quando l'agente della polizia boliviana gli ha intimato "Cesare, fermati". E lui s'è fermato, convinto che quello fosse solo un controllo. Alla stazione di polizia gli hanno trovato in tasca l'equivalente di tre euro. Aveva l'alito che puzzava di birra, marca Huari, l'unica che beveva sempre, spesso accompagnata alla pizza che andava a mangiare quasi ogni sera sempre negli stessi due o tre locali di Santa Cruz de la Sierra, seconda città della Bolivia dove il terrorista è stato arrestato. Dopo l'interrogatorio e in attesa che decidessero cosa fare di lui, Battisti ha detto di avere freddo e di volersi coprire: "Voglio dormire, mi date una coperta?" ha detto agli agenti. Gli hanno dato un plaid, di quelli a colori sgargianti, e lui s'è steso su una delle panche della sala comune della caserma, quella dove gli agenti mangiano, guardano le partite in tv e ricaricano i cellulari dalle prese a muro. Come riporta il Corriere della Sera, era convinto di farla franca ancora, Battisti, come tutte le altre volte. Per cui, quando ha capito di essere spacciato e che nessuno sarebbe venuto, questa, volta, a tirarlo fuori dalla caserma, è stato preso dallo sconforto. E per due volte, in quella caserma, lo hanno visto singhiozzare. Leggi anche: Cesare Battisti, le foto che sognavamo: eccolo dopo la cattura / Guarda

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